E’ finito in tragedia il tentativo di rubare materiale all’interno di uno stabilimento abbandonato. Poco dopo le 13 di oggi, in un capannone in disuso a San Giovanni al Natisone, ha perso la vita un cittadino tunisino, Abdelaziz M’Barek, 42 anni, residente a San Giovanni al Natisone, che con altri connazionali stava cercando di trafugare materiale dallo stabilimento dell’ex Golden Baby. L’uomo è rimasto folgorato nel tentativo di rubare dei cavi in una cabina elettrica e che alimentava lo stabilimento nella zona industriale, superando la rete di protezione che delimita i trasformatori della cabina dell’Enel, ed è stato investito da una scarica di 20 mila volt.
Si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco e dei tecnici dell’Enel per staccare il corpo dai cavi. I Vigili del Fuoco, chiamati dai carabinieri di San Giovanni al Natisone, sono arrivati sul posto con due autobotti e un’autoscala. In un primo momento, infatti, sembrava che l’allarme fosse scattato per un principio di incendio. Dalla cabina si vedeva infatti sprigionarsi del fumo.
Chiavi al campo nomadi
Erano custodite in un campo nomadi della zona le chiavi del capannone dismesso in cui è morto folgorato Abdelaziz M’Barek, il tunisino di 42 anni residente a San Giovanni al Natisone trovato senza vita nella cabina elettrica. L’esame esterno del cadavere non ha lasciato dubbi e la Procura di Udine ha già rilasciato il nulla osta per i funerali. La magistratura ha aperto un fascicolo per atti relativi non costituenti notizia di reato, delegando una serie di accertamenti ai carabinieri della stazione locale per delineare meglio la dinamica di quanto accaduto. Sono stati proprio i militari dell’Arma a trovare il corpo senza vita ieri, dopo che il cognato di M’Barek si era rivolto a loro segnalando la disgrazia.
Il tunisino avrebbe raccontato che, non riuscendo più a rintracciarlo, era andato a cercarlo nell’ex stabilimento Golden Baby. Ed è stato lui ad accompagnare i carabinieri sul posto, dopo essere stato in un campo nomadi della zona a prendere le chiavi di accesso all’area dismessa. Non è ancora chiaro cosa stesse facendo M’Barek nella cabina elettrica del capannone. Né, tantomeno, se in quel momento ci fossero con lui altre persone. L’ipotesi più accreditata è che sia rimasto colpito da una scarica elettrica durante un tentativo di furto di rame. La cabina era stata manomessa.