La Procura della Repubblica di Udine ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza con cui il gip del Tribunale ha scarcerato l’indiano di 29 anni che aveva tentato una violenza sessuale nei confronti della moglie del cugino, applicandogli invece la misura del divieto di avvicinamento alla donna e alla residenza. Lo ha annunciato il Procuratore capo, Antonio Biancardi. Il Gip aveva ritenuto applicabile l’ultimo comma dell’articolo 609 bis sulla “minore gravità dei fatti”.
Battaglia soddisfatta
L’assessore provinciale alle pari opportunità Elisa Battaglia esprime soddisfazione per la decisione del Procuratore di Udine Antonio Biancardi di ricorrere al tribunale del Riesame contro l’ordinanza. Proprio nei giorni scorsi, infatti, l’assessore Battaglia aveva espresso sconcerto per la scarcerazione del giovane, provvedimento motivato dal fatto che la tentata violenza sessuale contro una donna è un fatto di modesta entità, non particolarmente grave. Battaglia, in una lettera aperta, ha chiesto che decisioni di questa natura non si ripetano più sollecitando l’applicazione dell’articolo 612 del Codice penale. “L’ordinanza contro la quale il procuratore ha presentato ricorso – commenta l’assessore Battaglia – non aiuta a portare avanti e diffondere la cultura dei diritti a favore dei soggetti esposti alla violenza, soprattutto le donne e i bambini, e rischia di inficiare il lavoro svolto e la battaglia inter-istituzionale avviata per proteggere le donne da ogni tipo di abuso, anche solo tentato. Lo stupro, anche se tentato e non riuscito solo per un caso fortuito come in questo specifico episodio (la donna è riuscita infatti a scappare, andare in strada e urlare aiuto) dovrebbe essere punito anche attraverso sentenze che tengano conto del rischio subito dalla donna”.