Ancora tante ombre e poche luci dall’analisi dei dati sull’andamento economico in provincia di Pordenone così come certificato dall’indagine trimestrale della Camera di Commercio di Pordenone accorpata allo studio presentato oggi a Trieste da Unioncamere FVG.
Se da un lato, infatti, il dato congiunturale trova gioco abbastanza facile nel restituire indicatori positivi al confronto precedente – in virtù del fatto che esso avveniva rispetto al periodo luglio/settembre, comprensivo quindi del fermo alle produzioni imposto dalle ferie – dall’altro quello tendenziale, che determina l’andamento rispetto al 2012 (l’annus horribilis come definito da diversi osservatori) è di segno completamente negativo ad eccezione di un incremento dei costi di produzione che non trova però giustificazione in un parallelo aumento di fatturato quanto, evidentemente, in un’ascesa speculativa dei prezzi. Ed anche il sondaggio tra le imprese sulle previsioni per il primo trimestre 2013 non concede motivi di ottimismo.
Gli indicatori congiunturali, si diceva, sono tutti positivi ad eccezione degli ordinativi esteri, che rispetto al trimestre precedente registrano una flessione dell’1,1%. Positivi produzione (+2,7%), fatturato (+5,5%), fatturato estero (+0,6%), ordini interni (+4,4%), costi di produzione (+1,1%) e occupazione (-0,2%). Le variazioni tendenziali, invece, sono negative: produzione (-3,9%), fatturato (-4,2%), fatturato estero (-6,2%), ordini interni (-3,5%), ordini esteri (-6,9%), costi di produzione (+2,3%), prezzi di vendita (-0,2%) e occupazione (-0,4%).
Per quanto concerne il 2013 gli imprenditori che prevedono un aumento della produzione sono il 15% mentre il 40% ritiene che possa restare stabile; il restante 40% teme invece una diminuzione superiore al 2%. Dati che sono quasi specchiabili in quelli delle performance di fatturato (20% – 36% – 44%).
Il 46% degli intervistati teme che il mercato interno possa flettere ancora mentre sull’estero, questa preoccupazione è “contenuta” al 27%. Sull’andamento dell’occupazione il 16 per cento pensa che aumenterà oltre il 2%, il 74% ritiene che resterà sui livelli del trimestre precedente mentre solo l’11% prevede un calo si portata superiore al -2%.
«Avevamo percepito differente ottimismo – ha detto Giovanni Pavan, Presidente della CCIAA – che è andato scemando, evidentemente, nelle ultime settimane. L’unico dato che conforta è la sostanziale tenuta dell’occupazione sulla quale però grava l’incognita di un inizio d’anno che le imprese giudicano ancora particolarmente ostico.
Nostro compito – ha aggiunto Pavan – è offrire al tessuto produttivo della provincia di Pordenone, insieme alle associazioni di categoria rappresentate in Giunta, gli strumenti idonei ad accompagnare le aziende in questa fase cruciale della storia non soltanto loro, ma dell’intero Paese. Il quadro politico non contribuisce a modificare i timori degli investitori esteri o a chiarire, negli stessi imprenditori, qual è la rotta per i prossim i anni. Mi auguro possa prevalere un altissimo senso di responsabilità».
28 febbraio 2013