Con la benzina schizzata anche oltre 2 euro al litro, è ripresa la ‘fuga’ per il pieno oltre confine, specie verso la Slovenia. Nonostante qualche rincaro, infatti, il prezzo alla pompa in questi giorni nella vicina Repubblica si attesta a 1,5 euro al litro per la benzina, con un’evidente differenza rispetto al costo italiano.
“La situazione socioeconomica che stiamo vivendo in queste ultime settimane fa letteralmente schizzare in alto i prezzi di benzina, gasolio e gpl”, denuncia Manuel Rizzi, titolare di una stazione di servizio a Gorizia ed ex rappresentante Faib Confesercenti Fvg. “Ora si parla di aumenti giornalieri di circa 5 centesimi di euro al litro e il divario con la vicina Slovenia aumenta, giorno dopo giorno”.
“Qualcuno direbbe che esiste la tessera regionale che compensa queste differenze. Ma questa affermazione è totalmente sbagliata. Sono mesi, se non anni, che diciamo alla Regione Friuli Venezia Giulia di modificare la legge 14/2010 in particolari gli articoli che parlano del contributi fissi sul gasolio e sulla benzina, in quanto in determinate situazioni come questa creano un divario altissimo”.
“La modifica dovrebbe prendere spunto dalla Provincia Autonoma di Bolzano; prezzo medio italiano e prezzo medio sloveno per la parte est della Regione e prezzo medio italiano e prezzo medio austriaco per la parte nord della Regione. In queste ultime settimane nella fascia confinaria si vede una desertificazione dei piazzali, la situazione è peggiore della pre-pandemia”, continua Rizzi.
“Un altro punto da chiarire rappresenta il contributo che viene concesso al cittadino. Si sa benissimo che il gestore fa da tramite tra utente e Regione: anche su questo bisognerebbe fare una revisione. Il contributo, però, dovrebbe essere un aiuto vero al cittadino per favorire l’acquisto del carburante italiano e portare introiti allo Stato, contribuendo a mantenere o migliorare diversi servizi tra cui la sanità”, continua Rizzi.
“Ci auguriamo che Fedriga ascolti le sollecitazione di chi porta avanti un’impresa, per risolvere veramente la crisi del comparto economico lungo il confine con gli altri due Stati. Il tempo è finito, il tempo della politica è finito: ora bisogna agire prima che molte aziende chiudano e i servizi al cittadino vangano meno. Basta dare colpe agli altri, siamo o non siamo una Regione Autonoma?”, conclude Rizzi.