Le Fiamme gialle di Muggia e il personale della Capitaneria di Porto di Trieste hanno scoperto un traffico illecito di datteri di mare che dalla Croazia era diretto in Italia. L’ingente quantitativo di prodotti ittici è stato intercettato lungo la grande viabilità triestina, in un furgone frigo con targa italiana. All’interno del mezzo era stipata circa una tonnellata di prodotti ittici (mitili, ostriche e altri molluschi bivalvi) di origine e provenienza croata, destinati al mercato nazionale delle pescherie e della ristorazione.
L’accurato controllo del carico, condotto con l’ausilio degli Ispettori del Nucleo Centrale Pesca della Capitaneria di Porto, ha permesso di scoprire l’assenza della documentazione in materia di salvaguardia dell’igiene e sicurezza alimentare. Ma tra i vari prodotti trasportati, gli uomini delle Fiamme gialle hanno scoperto anche 15 chili di datteri di mare, specie in via di estinzione, della quale è vietata la detenzione e la commercializzazione. Il trasportatore è stato denunciato per detenzione di esemplari di una specie protetta. Sono stati sequestrati 225 chili di prodotti ittici (tra i quali, appunto, i datteri) che, immessi sul mercato illegale, avrebbero fruttato un guadagno superiore a 2.500 euro.
L’operazione è solo l’ultima di una serie di controlli su strada portati a termine, con successo, negli ultimi mesi. Dalla scorsa estate sono stati sequestrati ingenti quantitativi di prodotti ittici, molto richiesti sul mercato, ma che non potevano essere commercializzati perché privi delle marcature obbligatorie di rintracciabilità e identificazione o per divieto assoluto, come nel caso dei datteri di mare.
Si tratta, in tutto, di circa 245 chili di limoni di mare, di 440 chili di ostriche comuni, di 40 chili di mussoli, 371 chili di tartufi di mare, 17,5 chili di ricci di mare, 3,7 chili di lumache di mare, 50 chili di seppie e 2.360 chili di Oloturie – Cetrioli di mare. Inevitabili, le pesanti multe nei confronti degli spregiudicati autisti individuati alla guida dei mezzi e delle relative imprese destinatarie del pescato, per un ammontare complessivo da un minimo di 5.000 a un massimo di 50.000 euro. In caso di estinzione anticipata, sarà versata nelle casse dell’Erario la cifra complessiva di quasi 20.000 euro.