“La causa tecnica determinante e unica del sinistro è il tamponamento da parte del veicolo dell’indagato, un Suv Land Rover freelander, mentre procedeva a una velocità di circa 180 chilometri all’ora, ai danni dell’utilitaria delle vittime, una Fiat Panda, che lo precedeva nella prima corsia di marcia, mantenendo una velocità di circa 90 chilometri all’ora”. E’ quanto si legge nella relazione del perito della Procura della Repubblica di Pordenone, in relazione all’incidente avvenuto, il 31 gennaio, lungo l’autostrada A28, nel tratto tra Villotta e Azzano Decimo, in direzione Conegliano.
Nel violento scontro avevano perso la vita due giovani cugine, Jessica Fragasso, 20 anni, e Sara Rizzotto, 26 anni, ed erano rimaste ferite in modo serio anche le due figlie piccolissime della 26enne.
Per la vicenda è stato arrestato e posto ai domiciliari, con braccialetto elettronico, un imprenditore 61enne di origine bulgara che, dopo l’incidente, era fuggito a piedi ed era stato rintracciato alcune ore dopo nella propria abitazione. Deve rispondere dell’accusa di omicidio stradale.
“Gli agenti intervenuti – si legge ancora nella perizia – hanno sottoposto il conducente dell’auto che ha tamponato ad accertamenti riscontrando uno stato di alterazione psicofisica in seguito all’assunzione di sostanze alcoliche. Uno stato di alterazione che potrebbe aver contribuito al mancato-tardato apprezzamento da parte del conducente del differenziale di velocità esistente con l’auto che lo precedeva”.