Fratture multiple importanti, che hanno provocato lesioni tali da creare una morte istantanea a seguito dell’impatto molto violento.
Questa la sintesi emersa dall’ispezione cadaverica effettuata oggi pomeriggio dal medico legale Michela Frustaci sui corpi di Jessica Fragasso e Sara Rizzotto, le due giovani cugine, di 20 e 26 anni, decedute domenica sera in seguito all’incidente stradale sulla A28.
L’esame esterno delle salme, non una vera autopsia, con prelievo di campioni per gli esami tossicologici, è stato conferito dal pm del Tribunale di Pordenone Federico Facchin, titolare dell’indagine, all’anatomopatologa per stabilire le esatte cause della morte. Il violento scontro, causato dal Suv guidato dal 61enne cittadino bulgaro che ha colpito la Fiat Panda su cui viaggiavano, è stato fatale alle due giovani venete.
Per quanto riguarda la perizia sull’indagato che avrebbe dovuto stabilire, attraverso un accertamento irripetibile, quando avesse assunto alcol, se prima dell’incidente o dopo essere tornato a casa fuggendo dal luogo del sinistro come sostiene l’imprenditore, il test da parte del medico legale è stato posticipato.
La difesa ha eccepito al riguardo e chiesto l’inserimento dell’esame nel corso dell’incidente probatorio, cosa che avverrà in seguito.
Secondo Loris Padalino e Gianni Massanzana, i legali che assistono il 61enne accusato di omicidio stradale plurimo aggravato, omissione di soccorso e fuga, non saranno sollevate altre eccezioni in modo tale che possa giungere il nulla osta e venga data al più presto una degna sepoltura alle vittime.
L’uomo si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Pordenone con braccialetto elettronico, misura adottata ieri dal Gip, che ha revocato la custodia in carcere.