Sarà eseguita martedì l’autopsia sui corpi di Cristina Furlan, 36 anni di Porcia, e del suo bimbo di quattro anni, Federico Piva, morti ieri mattina nella loro auto, precipitata nel lago della Burida, tra i comuni di Pordenone e Porcia. L’esame autoptico permetterà agli inquirenti di acquisire ulteriori elementi utili a ricostruire la drammatica vicenda. La ricostruzione delle forze dell’ordine, al momento, propende per l’omicidio-suicidio, una tragica scelta personale della donna, che stava attraversando un periodo non facile, ma non è ancora del tutto esclusa la dinamica accidentale.
Intorno alle 10.45 di venerdì 13, la Volkswagen Touran grigia guidata da Cristina Furlan è finita nello specchio d’acqua. A notare la dinamica, alcuni testimoni che hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine. Sul posto la Polizia della Questura di Pordenone, i Vigili del Fuoco, il 118 e personale specializzato del nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Trieste, coadiuvati da un sommozzatore civile.
Recuperati i due corpi e, verso le 14, il mezzo, che era finito in fondo al lago con le ruote rivolte verso l’alto. La donna aveva la cintura di sicurezza slacciata ed era finita sul sedile posteriore, mentre il piccolo era seduto nel seggiolino, regolarmente assicurato.
L’auto è stata trovata con la prima marcia innestata. Il medico legale Roberto Campanella ha eseguito le prime valutazioni sui due corpi.
Il marito e papà delle vittime, Loris Piva, è stato informato della tragedia dagli uomini della Questura. Del nucleo familiare, residente a Porcia, in via Zuccolo 40, fa parte anche un altro figlio più grande.