Dallo scorso 21 gennaio il mondo di Dino e Maria Elena Parelli è andato in frantumi: Lorenzo, il loro figlio 18enne, è morto per un incidente nella fabbrica dove stava svolgendo un percorso duale di alternanza scuola – lavoro. Mentre le indagini sono ancora in corso, domenica 9 ottobre Anmil, l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, celebra in tutta Italia la 72esima Giornata nazionale per le vittime sul lavoro, ma in particolare a Fiume Veneto, dove è in programma l’evento principale.
Come vivrete la giornata del 9 ottobre? “Anmil ci ha invitato e sicuramente parteciperemo alla cerimonia di Udine e, possibilmente, anche alla manifestazione di Fiume Veneto. Al momento siamo ancora molto fragili per essere parte attiva, quindi porteremo la nostra presenza”.
Quest’anno l’evento, per parlare di sicurezza sul lavoro, punta l’attenzione sui giovani, come vostro figlio Lorenzo. “E come Giuliano De Seta, morto il 16 settembre in un’azienda di Noventa. È inconcepibile che accadano casi come questi e che, addirittura, si ripetano a distanza di pochi mesi. Vogliamo sottolineare, però, che loro non sono solo vittime del lavoro: Lorenzo, come Giuliano, erano ragazzi e studenti, ancora in formazione. Erano presenti in azienda nell’ambito dell’alternanza scuola – lavoro, come momento formativo fuori dalle aule. Tutti dobbiamo allora chiederci che cosa non ha funzionato? I percorsi sono strutturati in modo corretto e completo? Sono domande che vanno poste”.
Chi deve rispondere? “Pensiamo che le risposte su quanto accaduto verranno date dagli enti giudiziari. Riteniamo invece che c’è necessita di rivedere tutto il sistema e a farlo debbano essere tutti i principali attori della società: istituzioni scuola, mondo dell’imprenditoria”.
Oltre al dolore personale, che cosa vi tormenta di più? “Il fatto che sia accaduto ancora e che possa nuovamente avvenire. Riteniamo che quanto accaduto sia motivo di grande e profonda riflessione per una società che si ritiene civile”.
C’è qualcosa che vi da speranza invece? “La sensibilità, la maturità e l’attenzione che hanno dimostrato i ragazzi, non solo gli amici di Lorenzo”.
La formazione è inadeguata
“Ogni giorno in Italia sul lavoro tre persone muoiono sul lavoro” spiega il presidente di Anmil Udine, Luigi Pischiutta. “Ancora più grave quando la tragedia colpisce studenti che stavano imparando le dinamiche di una professione. Serve perciò fare sistema, partendo dai primi banchi di scuola per far comprendere il valore delle parole ‘prevenzione’ e ‘sicurezza’. Il sistema della formazione per la sicurezza è ancora visto come un male necessario e spesso è inadeguato. Auspico che questo sia una priorità nell’agenda dei nuovi parlamentari, perché il lavoro è un dovere, ma la sicurezza sul posto di lavoro è un diritto di tutti i lavoratori”.