Lungo le strade del Friuli Venezia Giulia transitano ogni anno migliaia di cuccioli che alimentano un traffico illecito di notevoli dimensioni.
Il fenomeno resta sottotraccia, salvo riemergere quando viene bloccato qualche corriere, con il bagagliaio dell’auto stipato di bestiole trattate in maniera disumana, pronti per essere smerciati da una rete di ricettatori presente nei grandi centri del Nord e Centro Italia.
Giro d’affari milionario
I trafficanti, dopo la serie di batoste subite al valico di Tarvisio, si sono adeguati rapidamente e ora gli investigatori ritengono che il corridoio privilegiato siano Gorizia e Trieste, dove possono contare comunque su collegamenti stradali veloci, utilizzando auto private e non più i furgoni, dove sono stati trovati fino a 400 animali. I guadagni sono garantiti: in Ungheria, Romania, Slovacchia, un cucciolo viene pagato attorno ai 70 euro che diventano, nella peggiore delle ipotesi, dieci volte tanto in negozio.
Il prezzo resta comunque molto allettante, ma chi compra fa un pessimo affare: alimenta questo frutto avvelenato regalato dalla caduta dei confini e si ritrova alle prese con un cagnolino ammalato, e spesso caratterialmente instabile a causa del fatto che è stato strappato alla madre dopo appena quindici o venti giorni di vita, subendo traumi destinati a segnarlo per il resto della sua esistenza.
Peggio, come ci hanno spiegato alcuni interlocutori della Polizia di frontiera e del Corpo forestale regionale, per rendere i piccoli più vispi, li imbottiscono di eccitanti, aggiungendo nuovi traumi e lasciando le bestiole, una volta esaurito l’effetto, in uno stato di grave prostrazione.
“Mi è capitato – ci ha spiegato un agente del Corpo forestale regionale – di trovare in un bagagliaio 37 cuccioli in condizioni devastanti, senza acqua ne cibo. Una visione infernale”. Testimonianza simile da un agente della Polizia di frontiera che ci ha raccontato di essersi messo, assieme ai colleghi mossi da pietà, a lavare le bestiole imbrattate dagli escrementi dopo ore e ore di viaggio chiusi in un furgone.
False vaccinazioni
Quando ci sono davvero, le vaccinazioni fatte troppo presto li fanno ammalare anzitempo. Altrimenti ci pensa qualche veterinario compiacente a mettere tutto a posto. Per fortuna, nella nostra regione non sono stati segnalati fenomeni di ricettazione. Chi si rivolge a un allevamento o a un negozio, meglio se di fiducia, può stare tranquillo.
Quei pochi cuccioli rinvenuti nel corso dei controlli, che sopravvivono dopo essere stati curati e rifocillati, sono affidati ai privati (sono migliaia le richieste) in attesa del processo ai corrieri. In caso di condanna, alla confisca segue l’affidamento definitivo, ma anche se la colpevolezza non è provata, nessuno dei trasportatori si è mai fatto vivo per pretendere la restituzione di un animale ormai troppo cresciuto per essere venduto.
Alessandro Di Giusto
6 aprile 2013