Aveva una doppia vita ad alto rischio, Aldo Carli, il gioielliere in pensione ucciso nella sua abitazione mercoledì 20 dicembre in via del Refosco, a Opicina.
E proprio la sua vita segreta ha portato gli investigatori sulla strada giusta per fare luce sull’atroce delitto. Sono tre, infatti, i mandati di cattura internazionale emessi per la morte di Carli e il tentato omicidio dell’anziana madre della vittima. Si tratta di una donna e due uomini, tutti di nazionalità serba. La prostituta serba Olivera Ristic Petrovic, che tra il 2011 e il 2017 aveva ottenuto prestiti fino a 240mila euro da Carli, e due suoi connazionali, tra cui il compagno che, secondo le informazioni raccolte, potrebbe essere un poliziotto o un ex poliziotto. I tre avrebbero fatto parte del commando che a bordo di una Fiat Punto nera è arrivato in via del Refosco la sera del 20 dicembre.
Ad avvalorare questa tesi anche una denuncia, che lo stesso Carli aveva sporto ai Carabinieri l’8 marzo dello scorso anno contro Petrovic.
C’è anche una quarta complice, o quella ritenuta tale. Si tratta di Ljubica Kostic che rimane in carcere a Trieste a disposizione dell’autorità giudiziaria e che fin dall’inizio si è dichiarata estranea ai fatti. Gli investigatori, però, sono arrivati a lei proprio grazie al suo cellulare che la colloca nella zona di via del Refosco all’ora dell’irruzione finita con l’omicidio di Carli.
Il gioielliere, fin da quando gestiva l’oreficeria di via Donadoni, a Trieste, avrebbe conosciuto e frequentato alcune donne straniere e gestito un giro di gioielli e denaro. Tra la vittima e gli assassini dunque gli investigatori ritengono ci fosse un traffico di gioielli e favori sessuali.
Tre mandati d’arresto per il delitto di Aldo Carli
Il gioielliere è stato barbaramente assassinato a Opicina lo scorso 20 dicembre. Sospettata numero uno una prostituta cui l'anziano aveva prestato 240mila euro
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