Oggi è stata una mattinata pesante per il servizio ferroviario regionale, con numerosi ritardi lungo la Udine Venezia, causati da un’anormalità alla circolazione determinata da un guasto ad un treno merci in località Lancenigo.
A denunciare la situazione il Comitato dei pendolari Alto Friuli in una nota diffusa anche sul loro sito.
Tanti i treni coinvolti, sia in partenza sia in arrivo da Udine, che a cascata hanno interessato anche la linea UD-TS, con ritardi che hanno superato anche i 70 minuti.
“In questo caso i disagi non sono imputabili direttamente a Trenitalia – si legge nella nota -, né a RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria, tuttavia riteniamo necessaria una seria e puntuale analisi della situazione, visto che un semplice guasto a un treno merci ha di fatto mandato nel caos l’intera rete nella fascia di punta”.
Sotto accusa i tempi di reazione delle sale operative di RFI e Trenitalia e le loro scelte o non scelte.
“Ancora una volta il sistema informativo è risultato carente, sia in stazione sia a bordo treno – sottolineano i Pendolari dell’Alto Friuli -: le informazioni vengono fornite all’utente in maniera intempestiva, spesso i ritardi indicati dai tabelloni nelle stazioni non rispecchiano infatti la realtà. A bordo treno invece i capitreno sono quasi sempre all’oscuro di quello che sta succedendo lungo la rete, e loro malgrado, impossibilitati a fornire informazioni utili all’utenza.
“Una lentezza funzionale legata a protocolli “borbonici” in ossequio ad un’ossessiva esigenza di sicurezza che pare giustifichi ogni tipo di carenza decisionale da parte dei preposti di RFI e Trenitalia. Ciò evidentemente determina che nei casi di anomalie alla circolazione, come quella di oggi, anziché assumere rapidamente decisioni che limitino i disagi, si ottiene esattamente il risultato opposto. Non solo, pare che la mera comunicazione del ritardo sui tabelloni (vero o presunto), sia sufficiente per i Gestori FS a mettersi la coscienza a posto, esaurendo così il loro dovere d’informazione, fermo restando che nelle stazioni ogni utente è di fatto abbandonato a se stesso”.
“In queste situazioni tutto è lasciato alla “regola aurea dell’arrangiarsi”, dove ogni pendolare in tempo zero e a proprio rischio deve optare se aspettare il treno in ritardo, sperando che non aumenti ulteriormente, ovvero optare per altre soluzioni di viaggio, dall’utilizzo dell’auto o del bus, se presente. Sono limitati e sporadici i casi in cui Trenitalia o RFI offrono all’utente delle alternative di viaggio finalizzate a limitare il disagio – prosegue la nota -“.
“Per questi motivi abbiamo indirizzato oggi al Direttore regionale FVG Trenitalia, Elisa Nannetti e alla Direzione Mobilità della Regione, committente del servizio, una nota, evidenziando queste problematiche, sensibilizzando il Gestore ad assumere quei correttivi necessari per garantire un’informazione non solo tempestiva e corretta, ma soprattutto utile all’utenza. Siamo nel 2018, ormai quasi nel 2019 a quasi 50 anni dallo sbarco sulla luna e riteniamo pertanto che la tecnologia sia sufficiente per fornire quasi in tempo reale queste informazioni – conclude la nota del Comitato Pendolari -. Probabilmente manca la buona volontà o l’organizzazione gestionale per farlo”.