A Trieste è entrato nel vivo il lunedì ‘caldo’ delle manifestazioni di protesta contro il certificato verde. Nel pomeriggio, sono tornati in piazza i lavoratori del porto – a cui si sono uniti anche ferrovieri, tassisti, operai della Fincantieri e di altre imprese, contrari all’introduzione del Green Pass – che minacciano di bloccare lo scalo dal 15 ottobre, data d’introduzione dell’obbligo della certificazione.
Il corteo ha registrato un’altra massiccia adesione, come già avvenuto nelle altre tre precedenti manifestazioni triestine delle ultime settimane: si calcolano oltre 15mila persone (30mila per gli organizzatori). I manifestanti, guidati dai portuali, sono partiti intorno alle 15 da riva Traiana (all’altezza Bagno Ausonia), per poi proseguire lungo via Ottaviano Augusto, le Rive, via Bellini (Canal Grande, lato palazzo Carciotti) e terminare, intorno alle 19, in piazza Ponterosso. Pesanti i disagi alla viabilità cittadina.
‘No Green Pass, no apartheid’ è lo slogan dello striscione che ancora una volta ha aperto il corteo. “Voi bloccate la nostra vita, noi la città” è il messaggio urlato al megafono da uno dei rappresentanti del movimento. Una delegazione di manifestanti ha poi incontrato il Prefetto. I portuali hanno confermato l’intenzione di bloccare il porto e anche la città, ma il malumore potrebbe crescere anche in altri contesti lavorativi.
Nel corso della manifestazione, è stata aggredita una troupe della Rai che stava documentando l’evento.
“Il gruppo consiliare di Forza Italia esprime solidarietà alla sede regionale Fvg della Rai e, nello specifico, alla troupe che ha subito un’aggressione nel corso della manifestazione contro il Green Pass a Trieste. Episodi del genere non possono essere sminuiti e vanno condannati con tutta la fermezza possibile” afferma il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Giuseppe Nicoli. “Purtroppo assistiamo con sempre più frequenza a forme di violenza nei confronti dei giornalisti in simili circostanze. Ciò è inaccettabile: il diritto-dovere di informare è sancito dalla Costituzione, quanto è legittimo il diritto di manifestare”.
Il Gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia esprime “solidarietà alla troupe della Testata giornalistica regionale della Rai, aggredita ieri a Trieste nel corso della manifestazione contro il green pass. La libertà di manifestare è sacra ma non deve mai sfociare in atti violenti e intimidatori, tanto più nei confronti di chi sta svolgendo il proprio lavoro. La condanna di certi episodi deve essere netta e senza distinguo”.
“Non sono bastate le ignobili immagini dei disordini e dell’attacco alla sede della Cgil di sabato scorso a Roma durante le manifestazioni No Vax e No Green Pass, tristemente anche Trieste ha dovuto assistere a un episodio gravissimo”, commentano i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli. “Esprimiamo la piena solidarietà ai giornalisti della Rai regionale vittime di violenza durante la manifestazione No Vax e No Green Pass di ieri (11 ottobre, ndr): qualunque tipo di aggressione è inaccettabile in uno stato democratico, ma è ancora più odiosa se rivolta a lavoratori che garantiscono a tutti i cittadini il diritto all’informazione, che viene negato soltanto nei regimi autoritari”.
La lunga scia di aggressioni e di violenza coinvolge anche la mia #Trieste. Oggi una troupe del @TgrRaiFVG ha subito un violento attacco di manifestanti no green pass e no vax. La nostra Costituzione difende la libertà di espressione, la libertà di stampa. Mai cedere su questo
— Ettore Rosato (@Ettore_Rosato) October 11, 2021
Questa mattina, invece, si è tenuto il corteo per lo sciopero generale Usb, con un migliaio di partecipanti partito da piazza Goldoni intorno alle 11 per proseguire lungo via Carducci, piazza Oberdan, piazza Dalmazia, via Martiri della Libertà, piazza Casali, via Rittmeyer, via Ghega, via Cellini, piazza Libertà, corso Cavour, le Rive, piazza Tommaseo, via Canal Piccolo e corso Italia, per poi rientrare in piazza Goldoni.
I sindacati di base hanno indetto una manifestazione nazionale per l’intera giornata per tutte le categorie del pubblico e del privato. Usb critica l’operato del Governo Draghi colpevole di aver sbloccato i licenziamenti. “Per i lavoratori le uniche risorse messe a disposizione sono quelle degli ammortizzatori sociali e, nel frattempo, si aggiunge l’odioso e pesante aumento delle bollette della luce e del gas, che sta falcidiando i salari e le pensioni. A queste politiche scellerate si aggiunge la più grande arma di distrazione di massa di questo Governo: il Green Pass. Il Governo dei padroni – contestano ancora dal sindacato di base – ha solo a cuore la ripresa al massimo delle attività economiche e dei profitti. Non c’è nessun’altra ragione a guidarlo e a muoverne gli interessi. E’ ora di dire basta a tutto questo, è ora di reagire compatti. Basta con le compatibilità, i sacrifici e lo sfruttamento”.
Oggi a Trieste, Gorizia e Udine in decine di altre città in tutta Italia gli studenti si sono mobilitati in migliaia per lo sciopero generale indetto da diverse sigle sindacali. Al centro della protesta la richiesta di un rientro in sicurezza e l’opposizione ai nuovi piani di riforma della scuola presenti nel Pnrr. Gli studenti attaccano il Governo Draghi per il sovraffollamento nelle classi e nei pullman, il costo di libri e trasporti, la crescente aziendalizzazione della scuola pubblica e lo sfruttamento in alternanza scuola-lavoro.
“Poco o nulla è stato fatto per garantire un rientro a scuola in sicurezza” dichiara il responsabile locale del Fronte della Gioventù Comunista, tra le organizzazioni promotrici della protesta “l’anno scorso sono stati circa 216.000 gli studenti contagiati e più di 1,4 milioni quelli messi in quarantena. Il ministro dell’istruzione Bianchi dice che non esistono le classi pollaio, ma la realtà che viviamo a scuola è diversa. Non basta qualche briciola in più per cancellare miliardi di tagli alla scuola”.
“Oggi scioperiamo con i lavoratori, perché non vogliamo un futuro di precarietà e sfruttamento. Le aziende che licenziano e impongono contratti con salari da fame sono le stesse per cui milioni di studenti lavorano gratis in alternanza. Il Governo Draghi con il Pnrr vuole rafforzare il modello della scuola-azienda, dove ci insegnano ad essere futuri schiavi. Infatti, il Pnrr prevede la creazione di stretti legami tra scuole e aziende, una riforma peggiorativa negli istituti tecnici e professionali, tutto a vantaggio dei padroni e non degli studenti. Noi non ci stiamo”.
Gli studenti in sciopero chiedono “classi da 15 persone per garantire la salute e la qualità della didattica, assunzioni e stabilizzazioni dei docenti, un piano per un trasporto pubblico efficiente e gratuito, per contrastare il pericolo di contagio nelle scuole. Oggi è solo l’inizio” conclude la nota “questo Governo non rappresenta gli interessi di studenti e lavoratori. Non saremo noi a pagare il costo della crisi”.