Gli imbrattamenti del gruppo ‘no vax’ della ‘W cerchiata’ si spostano da Udine e dal suo hinterland a Trieste. Nel mirino, come al solito, il Green Pass e le vaccinazioni ai bambini.
‘I bibi non si toccano’ e ‘Nazi pas’. Queste alcune delle scritte sgrammaticate, vergate con lo spray rosso, da ignoti vandali al Dipartimento di Prevenzione AsuGi, all’interno del parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni.
Danneggiati con lo spray un furgone di pronto intervento e alcuni stand del centro tamponi dell’azienda sanitaria.
Frasi simili sono inoltre apparse davanti ad alcuni istituti scolastici del capoluogo giuliano come la scuola media Francesco Rismondo, a Melara, e la Caprin di Valmaura.
“Le scritte no vax che hanno violato stamani gli esterni di alcune scuole triestine e il punto tamponi Asugi del parco di San Giovanni sono un grave campanello d’allarme che non può lasciarci indifferenti”. Lo ha affermato l’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti.
“Nel luogo dello studio, dell’apprendimento, della socialità tanto atteso dopo il duro periodo della Dad – ha rilevato Roberti – cosa trovano i nostri figli? Scritte inquietanti vergate con lo spray rosso. Questo dimostra che siamo arrivati a punto in cui lo spazio del dialogo con i fanatici si è drasticamente ridotto: costoro vanno perseguiti con la massima determinazione e puniti per fermare l’escalation prima che qualcuno si faccia veramente male”.
“La solidarietà piena va ai ragazzi, alle famiglie, ai docenti e all’Asugi. Confidiamo sulla resilienza e sulla capacità degli insegnanti di trovare le parole giuste per spiegare in classe un gesto scioccante e cattivo, mentre mi auguro – ha aggiunto Roberti – che al campanello di uscita quei bambini trovino le scritte cancellate. La stessa solidarietà piena va a tutti i professionisti della sanità, di ogni compito e ruolo, che stanno producendo da due anni a questa parte uno sforzo enorme contro la pandemia e si sono ritrovati oggi l’importante presidio di San Giovanni imbrattato da una manica di vigliacchi”.
“I bambini non si toccano o i vaccini uccidono sono le frasi dei no vax comparse presso due istituti comprensivi scolastici di Trieste e al centro vaccinale di San Giovanni. Persone che a parole dicono di voler difendere la libertà, mettendo a repentaglio la salute degli altri. Basta pensare al caso folle della famiglia emiliana che ha imposto solo trasfusioni no vax per il figlio in pericolo di vita. A tutto questo bisogna dire basta”, scrive sui social il Presidente di Italia Viva Ettore Rosato.
“Imbrattare di simili scritte deliranti le scuole e un punto tamponi è un gesto folle, che va condannato senza se e senza ma. La politica, su questo, non può essere ambigua, bensì deve dimostrare fermezza nella sua condanna: non dev’esserci spazio per strizzate d’occhio ai no vax, specie nelle loro derive autoritarie e vandaliche, per un miserevole tornaconto elettorale”. Lo afferma il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Giuseppe Nicoli, a nome dell’intero gruppo consiliare, commentando l’imbrattamento le scritte no vax apparse a Trieste sugli esterni di alcune scuole e di un punto tamponi AsuGi.
“Da tempo – osserva Nicoli – ci troviamo puntualmente a condannare scritte vandaliche, minacce e offese vergate sui muri dalle mani di persone che vorrebbero imporre le follie di una ristretta minoranza a una larga maggioranza. Giù le mani dalle scuole. Su questo, basta ambiguità della politica, che dev’essere tutta unita in una ferma condanna di questi episodi: gli ammiccamenti di convenienza ai no vax non sono più tollerabili”.
“Non sono giustificabili comportamenti così, solo atti di vandalismo che, comunque, non sono nemmeno utili a veicolare il messaggio che magari si voleva dare”, è il commento di Giorgio Cecco, coordinatore dei consiglieri circoscrizionali per la Lista Dipiazza per Trieste e coordinatore provinciale ProgettoFvg. “Fatti poi anche nelle strutture scolastiche, dove i nostri figli, pur nelle difficoltà del momento, devono continuare a formarsi, non danno certo un insegnamento verso la condizione di libertà o di scelta , ma solo nel senso della mancanza di rispetto per le istituzioni e il patrimonio pubblico”.