I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza hanno intercettato, nei giorni scorsi nel porto di Trieste, 30 tonnellate di tabacchi lavorati esteri provenienti dal Malawi e destinati al territorio nazionale, in totale evasione dell’accisa.
Grazie alla consolidata esperienza, hanno immediatamente riscontrato anomalie nell’ingente partita di tabacco sfuso introdotto in un magazzino del punto franco, Mentre nella documentazione il prodotto veniva classificato come “cascame di tabacco” (non gravato da accisa), a un primo sommario controllo appariva al contrario già ‘lavorato’.
La successiva analisi organolettica e della ‘fumabilità’ del prodotto, oggetto di specifica disciplina sotto il profilo normativo europeo, effettuato dai Laboratori Chimici dell’Agenzia Adm di Roma, hanno confermato la reale classificazione in tabacco da fumo, utilizzabile per la produzione di sigarette del tipo “Cheap White”.
Si è proceduto, quindi, al sequestro penale dei 31,5 chili lordi del tabacco, illecitamente dichiarato quale prodotto grezzo, che se fosse stato immesso in consumo sul libero mercato avrebbe originato un danno erariale superiore ai 5 milioni di euro, costituito dai dazi, dall’Iva e dall’accisa non corrisposti.
I due soggetti, residenti in Turchia, ritenuti responsabili in quanto dirigenti e azionisti di riferimento della ditta che aveva gestito la spedizione sono stati denunciati per il reato di tentato contrabbando aggravato di Tabacchi Lavorati Esteri.
Il procedimento è stato avocato dalla Procura Europea, sede di Venezia, previo consenso del Procuratore Generale della Cassazione che ha concordato sulla natura transnazionale dei fatti oggetto di indagine.