E’ ripartito il processo sulla truffa delle Venice Investment Gruop, dopo che il principale artefice del raggiro milionario, Fabio Gaiatto, con rito abbreviato è stato condannato in primo grado a 15 anni di carcere lo scorso luglio.
Nel filone principale del procedimento oggi si è svolta una nuova udienza al Tribunale di Pordenone che vede 13 indagati, ai quali la Procura, guidata da Raffaele Tito, contesta il reato di truffa aggravata ai danni dei risparmiatori che avevano versato 70 milioni di euro alla Venice con la speranza di vedere lievitare i loro soldi, perdendo invece tutto. Di fronte al collegio presieduto dal giudice Alberto Rossi, erano presenti gli avvocati difensori degli imputati e una trentina di legali i cui clienti si sono costituiti parti civili.
Alle 843 costituzioni iniziali se ne sono aggiunte altre 77, portando il numero a 920. Tante le eccezioni sollevate dagli avvocati difensori degli imputati e sulle quali collegio si è riservato si esprimersi in un secondo momento, rinviando l’udienza al 26 novembre.
Il collegio dovrà decidere anche sull’ammissibilità di azione di responsabilità nei confronti di quattro banche che hanno avuto rapporti finanziari con la società di Gaiatto, con sedi in Slovenia e Croazia: Lubianska, Addiko Bank, Hypo e Zagrebacka. Le parti civili, tra le quali diverse associazioni di consumatori e il Comune di Portogruaro, che non saranno ammesse non potranno sperare in un eventuale risarcimento. Ma se ne riparlerà tra più di un mese.