Dall’estate scorsa, sotto il coordinamento della Procura di Trieste, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trieste hanno avviato una serie di controlli nei confronti di beneficiari dell’assegno sociale erogato dall’Inps. Il sussidio è rivolto ai soggetti di età superiore ai 67 anni, in stato di bisogno economico, che hanno la cittadinanza italiana (requisito introdotto in vigore dal 1° gennaio 2019) e la residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno dieci anni nel territorio nazionale.
Il beneficiario, quindi, dovrà comunicare ogni proprio allontanamento dal territorio nazionale che si protragga per almeno 30 giorni, poiché tale assenza comporta la sospensione dell’erogazione dell’assegno ovvero la sua restituzione.
È stato rilevato che diversi beneficiari hanno messo in atto molteplici tecniche di raggiro ai danni dell’Inps per poter continuare a percepire il sussidio. Le più frequenti sono state quelle di trasferirsi stabilmente all’estero senza comunicare nulla all’Ente erogatore, continuando a beneficiare della mensilità, prelevando da sportelli bancomat anche esteri; oppure l’avere dichiarato falsamente la propria residenza in Italia grazie alla complicità di altri soggetti stabilmente qui residenti.
Al momento 12 persone risultano iscritte nel registro degli indagati per truffa ai danni dello Stato e due per ricettazione, poiché trasferivano sul proprio conto il denaro indebitamente percepito in modo truffaldino dai beneficiari.
Per le sole 12 posizioni al momento vagliate delle 1382 complessive, è stato calcolato un danno per l’Erario di circa 500mila euro, dei quali circa 80mila sono stati recuperati grazie agli immediati sequestri dei conti correnti e di altri rapporti finanziari emessi dalla Procura della Repubblica giuliana. Il lavoro sinergico tra Procura della Repubblica, Carabinieri e Inps ha consentito di fare affiorare quella che è da considerarsi la punta di un iceberg che non coinvolgerebbe la sola Trieste ma anche altre province del territorio nazionale.