Nel 2021 l’attività di prevenzione e contrasto alle aggressioni al patrimonio culturale del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine, che opera con competenza territoriale sul Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, ma che ha anche svolto attività d’indagine al di fuori delle Regioni di diretta competenza, si è contraddistinta per la particolare incisività dei controlli, in particolar modo sulle piattaforme di vendita online. L’emergenza pandemica, infatti, ha incrementato i controlli telematici.
In particolare, l’azione preventiva si è concretizzata nell’esecuzione di 16 sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza di musei, biblioteche e archivi, 37 controlli ad aree archeologiche marine e terrestri, siti Unesco in primis, 139 verifiche in aree con vincoli paesaggistici e monumentali, 107 controlli a esercizi antiquariali e commerciali e sette a mercati e fiere antiquariali.
La collaborazione con l’Arma Territoriale ,il 14° Nucleo Elicotteri di Belluno, il 3° Nucleo Elicotteri di Bolzano, la Motovedetta della Stazione di Grado e del Nucleo Carabinieri Subacquei di Genova, ha consentito di attuare un efficace monitoraggio terrestre, marittimo e aereo del territorio. L’azione repressiva ha registrato la denuncia di ben 55 persone, a seguito di attività di indagine coordinate principalmente dalle sette Procure della Repubblica (Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone, Bolzano, Trento e Rovereto), mentre nel corso delle 29 perquisizioni locali eseguite, sono stati sequestrati 675 reperti di cui 328 beni antiquariali, archivistici e librari e 347 archeologici.
I falsi sequestrati sono stati cinque, quasi tutti afferenti all’arte pittorica contemporanea. Dieci le operazioni in Friuli Venezia Giulia, riguardanti furti avvenuti in epoca imprecisata e di cui, solo di recente, i referenti hanno provveduto a sporgere denuncia, e due in Trentino Alto Adige. I reati commessi ai danni del paesaggio sono stati due, di limitata entità e prontamente repressi.
La gran parte dei manufatti e delle opere d’arte sequestrate è stata sottoposta a successivo esame tecnico da parte di funzionari delle competenti Soprintendenze, da docenti universitari specializzati, nonché da esperti nei diversi settori artistici e dalle Fondazioni di riferimento. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a 3.774.000 euro.
FORMAZIONE. I militari del Nucleo TPC di Udine hanno preso parte alla missione internazionale MIADIT Palestina 13, nell’ambito della quale hanno contribuito ad addestrare personale in forza alla Touristic Police e, per la prima volta, della Customs Police a alla Borders Crossings Police sui compiti preventivi e repressivi in materia di protezione del patrimonio culturale palestinese. In quel contesto è stata tenuta all’Università degli Studi di Betlemme una lezione dal titolo “The Protection of Cultural Heritage – Challenges and Recommendations”.
Analoga attività è stata svolta nel territorio nazionale in relazione all’Awareness Course on Protection of Cultural Heritage tenutosi presso il CoESPU (Center of Excellence for Stability Police Units) di Vicenza a favore di rappresentanti dei Paesi asiatici facenti capo all’ASEAN (Association of South-East Asian Nations). Militari del Nucleo hanno tenuto seminari e incontri di settore, parte dei quali svolta online, a favore di Magistrati tirocinanti per conto della Scuola Superiore della Magistratura, di magistrati provenienti da Spagna e Germania in stage formativo, di sei scuole superiori nell’ambito del progetto Cultura della Legalità, con gli atenei di Udine (Le funzioni del Comando Carabinieri TPC) e Torino (Cultural Property Protection in Crisis Response). E’ stato inoltre svolto un seminario in modalità virtuale sul patrimonio culturale organizzato dal Ministero dell’Interno degli Emirati Arabi Uniti, nonché a un incontro presso la Diocesi di Concordia-Pordenone sullo stessa tematica.
LE OPERAZIONI. Tra le principali operazioni, la restituzione alla Parrocchia di San Genesio (Bolzano) di una statua raffigurante San Giuseppe rubata nel gennaio del 1977, sequestrato a Concordia Sagittaria; alla galleria Civica d’arte moderna e contemporanea di Latina è stato consegnato un dipinto del maestro Guido Cadorin rubato nel corso della Seconda Guerra Mondiale e sequestrato a Udine; alla Chiesa di Santa Maria Assunta di Costantinopoli (Napoli) è tornati un dipinto del XIX secolo raffigurante San Giovanni Evangelista, rubato nel 1993 e sequestrato a Vipiteno (Bolzano); a Spilimbergo la restituzione di un dipinto del XVII secolo attribuito al pittore Luca Giordano rubato nel 1994 nel Castello della città dei mosaici, sequestrato a Trieste; al Consolato Generale britannico di Milano restituito un tomo del XIX secolo appartenente alla Edinburgh Central Library, sequestrato nel Friuli Occidentale; al Consolato Generale austriaco di Milano consegnato un volume del XX secolo, sequestrato a Gorizia; a Bolzano, la restituzione all’Ordine Teutonico di un dipinto del XVII secolo sequestrato nel capoluogo atesino; infine a Trento, l’assegnazione all’Archivio Diocesano Tridentino di un tomo del XX secolo, illecitamente fuoriuscito dalla Chiesa della Parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo di Faver e sequestrato a Rovereto.
Tra le operazioni di maggior rilievo condotte nell’anno 2021 c’è quella che ha consentito il recupero della pala d’altare raffigurante la Visitazione di Maria, opera del pittore goriziano Francesco Caucig (1755-1828), oggi considerato uno dei protagonisti del Neoclassicismo europeo, che è stata restituita alla Fondazione Palazzo Coronini Cronberg dal Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, generale di Brigata Roberto Riccardi, al Sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, alla presenza del Direttore della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, Enrico Graziano e della Soprintendente Simonetta Bonomi.
La pala d’altare, nei primi anni del ‘900, era di proprietà della famiglia Coronini. In seguito allo scoppio della Grande Guerra, dopo la conquista di Gorizia, uno speciale reparto dell’Esercito guidato dal giovane tenente goriziano Emilio Mulitsch, fu incaricato di recuperare e mettere al sicuro i beni librari e storico-artistici rimasti nelle residenze abbandonate dai privati, tra cui quelli che si trovavano all’interno di Palazzo Coronini. Tali beni furono in seguito restituiti nel 1919, con la sola eccezione dei due dipinti di Caucig. Il Nucleo TPC di Udine, attivato dalla Fondazione Coronini che a sua volta aveva ricevuto una segnalazione da un appassionato d’arte, aveva sequestrato il dipinto a Roma, in una galleria d’arte dove era in vendita, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, con la Soprintendenza speciale ABAP capitolina.
Il ritrovamento della Visitazione di Francesco Caucig è divenuto ancor più significativo alla luce del ruolo di Capitale europea della cultura che Gorizia e Nova Gorica ricopriranno nel 2025. Le origini e la vicenda personale di Caucig, pittore di famiglia slovena, ma di cultura e formazione italiane rappresenta, infatti, in maniera esemplare quella varietà di culture, lingue e nazionalità diverse che per secoli è stata un tratto distintivo e caratteristico dell’essere goriziani.
Tra le operazioni inedite c’è quella convenzionalmente denominata “Crôs”, iniziata a seguito del monitoraggio di piattaforme online finalizzato a contrastare la commercializzazione illecita di beni culturali chiesastici, che consentiva di individuare – su Facebook – un annuncio di vendita da parte di un privato residente in un Comune del Medio Friuli, di manufatti tra cui tre statue in gesso di cui due raffiguranti gli angeli dell’Annunciazione e una Gesù bambino, nonché quattro volumi storici di carattere religioso del XIX secolo.
La loro evidente natura di “bene chiesastico” rientrante nel novero dei beni culturali tutelati ha consentito di emettere un decreto di perquisizione e sequestro. Le complesse indagini hanno permesso di scoprire che le statue erano state illecitamente sottratte da ignoti, nei primi anni 2000, ai danni della Parrocchia di San Michele Arcangelo di Monteaperta di Taipana, mentre i quattro libri erano stati rubati, anche in questo caso, dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto, in epoca imprecisata. Fondamentale, per l’esito positivo dell’indagine, è stata la collaborazione ottenuta da parte dei fedeli della Parrocchia di San Michele Arcangelo e da una restauratrice che collabora con l’Arcidiocesi di Udine che avevano riconosciuto senza ombra di dubbio le statue. Altrettanto importante il contributo fornito dal personale della Biblioteca diocesana di Vittorio Veneto i cui accertamenti confermavano la proprietà dei tomi in capo alla Diocesi. Al termine del procedimento penale a carico del venditore (denunciato per ricettazione e recentemente conclusosi con l’archiviazione), i manufatti sono stati riconsegnati dai militari del Nucleo TPC del capoluogo friulano ai due enti ecclesiastici proprietari. Le tre statue della parrocchia di Monteaperta di Taipana saranno a breve riposizionate all’interno della chiesa parrocchiale e saranno riaccorpate alle due ancora presenti, mentre i tomi rientreranno nel corpus originario.
Nella foto, da sinistra, La Visitazione di Maria, le statue in gesso della Parrocchia di Monteaperta e un particolare di un tomo della Biblioteca diocesana di Vittorio Veneto