Domenica 17 aprile, urne aperte in Italia negli oltre 8mila comuni italiani e nelle 61.563 sezioni elettorali create per le consultazioni referendarie sulle trivellazioni nei mari. Il referendum, che prevede un unico quesito, chiede la cancellazione dell’articolo 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006 numero 152 (Norme in materia ambientale). Il referendum trivelle – primo caso nella storia del Paese – è stato voluto dai dieci consigli regionali, scesi a nove dopo il ritiro dell’Abruzzo, che hanno depositato le firme necessarie per indire la concultazione.
Quasi 47mila al voto
Sono 46.887.562 i cittadini italiani aventi diritto di voto, cui si devono sommare i 3.898.778 elettori residenti all’estero, che voteranno per corrispondenza. Per validare il referendum, però, devono votare “Sì” il 50% più uno degli aventi diritto. I seggi saranno aperti la domenica, dalle 7 alle 23.
Sul voto di domenica nei giorni scorsi è intervenuta anche il presidente della Consulta, Paolo Grossi che ha esortato gli italiani a recarsi alle urne: “Si deve votare al referendum. Partecipare al voto significa essere pienamente cittadini. Il referendum è per ognuno di noi e partecipare al voto fa parte della carta d’identità del cittadino”.
‘Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?’.
Chi avesse perso o necessità di rinnovare o aggiornare la scheda elettorale può richiederne una nuova negli uffici elettorali dei Comuni di residenza.