Giovedì pomeriggio le Volanti della Questura di Udine hanno arrestato due cittadine croate di etnia rom responsabili di furto in un’abitazione del centro città. Una delle due ‘lavorava’ nonostante fosse incinta.
Poco prima delle 14 una coppia, rientrando a casa, le ha soprese mentre uscivano; non avendole mai viste e trovando la porta con segni d’effrazione e la serratura danneggiata, si sono lanciati nell’inseguimento, allertando nel frattempo la Polizia di Stato.
Sul posto due Volanti: una è riuscita a fermare subito una delle ladre; la seconda, con inaspettata agilità visto lo stato interessante, ha scavalcato varie cancellate di altri condomini e un muretto di recinzione di un deposito ferroviario, dove ha provato a nascondersi. Invano, visto che l’equipaggio dell’altra pattuglia l’ha sorpresa accovacciata tra alcuni arbusti, mentre stava chiamando un complice. Con sè aveva due borse e un calzettone all’interno del quale erano nascosti preziosi e arnesi da scasso, ovvero una chiave inglese e la plastica rigida degli involucri dello shampoo, utilizzata per aprire lo scrocco delle serrature dai ladri d’appartamento.
Negli uffici della Questura gli operatori hanno raccolto la denuncia dei proprietari, ai quali sono stati restituiti tutti i gioielli trovati, e le sommarie informazioni di un testimone. Gli accertamenti hanno evidenziato come entrambe le malviventi usassero numerosi alias e fossero gravate da vari precedenti giudiziari e di polizia, quasi esclusivamente per furti in abitazione.
Solo nei primi sei mesi del 2019 una di loro è stata denunciata per 16 colpi; la stessa deve ancora scontare diversi anni di pena per precedenti furti.
Garantite alle due donne, di 32 e 34 anni, assistenza e visita medica che ne confermava il buono stato di salute, sono state arrestate e accompagnate in carcere a Trieste. La più giovane è stata anche denunciata per inosservanza del divieto di ritorno a Udine.
Ieri pomeriggio, convalidati gli arresti, il gip del Tribunale di Udine ha disposto per entrambe il divieto di dimora nel Comune udinese e fissato il giudizio direttissimo.