Premetto che, quasi per scongiurarne la comparsa, ho sempre pensato che prima o poi mi sarei trovata faccia a faccia con il tumore al seno. Provengo, infatti, da una famiglia in cui molte donne hanno dovuto combattere contro questo nemico. Un conto, però, è pensare che il futuro ti metta davanti questo ostacolo, un altro è trovarselo davanti già a 40 anni, dopo la prima mammografia fatta a cuor leggero solo per “cominciare i percorsi di screening consigliati alle donne dai 40 anni in poi”. Tra l’altro, proprio a causa della mia familiarità, dopo i vent’anni mi ero già sottoposta a scrupolose ecografie al seno (per le mammo il mio seno era troppo ‘giovane’ e le stesse non erano efficaci).
Toccava a me
Proprio per questi motivi, la risposta alla prima mammografia ‘utile’ fatta dopo tre mesi dall’ultima eco negativa mi ha lasciata senza parole. Toccava a me, ora, confrontarmi con un percorso che, sapevo già, non sarebbe stato facile. Venivo inoltre da una storia personale di problemi cardiaci a causa dei quali, tre anni prima, mi era stato impiantato un pacemaker/defibrillatore che non avevo ancora completamente accettato. Come avrei potuto affrontare il mio nuovo problema di salute? Avrei trovato una struttura adeguatamente preparata a prendersi cura di una paziente problematica come me?
Dopo gli accertamenti del caso effettuati presso un piccolo ospedale vicino casa mia, presso il quale mi era stata prospettata un mastectomia senza possibilità di ricostruzione immediata, ho deciso di rivolgermi al Cro di Aviano, il centro di eccellenza qui in regione per la cura dei tumori.
Ammetto di essermi presentata alla prima visita non senza perplessità: quanta poca umanità avrei trovato in un istituto così grande, che si occupa tra l’altro di casi molto gravi? La prima impressione, invece, è stata quella di essere in buone mani, di potermi affidare a persone competenti ed umanamente preparate. Al Cro ci sarebbe stata la possibilità di ricostruire il seno con una protesi definitiva già durante l’intervento di asportazione: proprio quello che mi auguravo di poter fare!
La vera novità di questo approccio al mondo del tumore al seno è stato il colloquio con la dottoressa Loretta Mazzega, responsabile del pre-ricovero. All’inizio del percorso, durante l’incontro con la dottoressa Mazzega all’ambulatorio pre-ricoveri, mi sono state date tutte le informazioni relative al pre-operatorio, al ricovero, al post-ricovero ed alle eventuali cure alle quali presumibilmente avrei dovuto sottopormi dopo l’intervento. Il tutto con un linguaggio appropriatamente semplice e comprensibile, ricco di dettagli e di particolari utili ad affrontare con serenità i giorni difficili che sarebbero venuti. In primo piano, durante il colloquio, è stato messo il mio problema cardiaco e mi è stata data piena disponibilità a concordare la data dell’intervento in modo da adattarla ai controlli cardiologici ai quali mi dovevo sottoporre in altra sede. La stessa dottoressa si è presa carico di portare le mie problematiche all’incontro multidisciplinare che ha luogo con periodicità settimanale e che vede riunirsi tutta l’equipe chirurgica e medica per la discussione di ogni singolo caso. Sapere di aver una ‘portavoce’ al meeting dei medici mi ha dato molta sicurezza e serenità.
Un’umanità rassicurante
Il rapporto con la responsabile del pre-ricovero, per me ma anche per le altre pazienti operate al seno, è continuata anche durante i giorni del ricovero (ogni giorno passava nelle stanze del reparto per vedere come stavamo). Devo dire che la mia esperienza relativa al ricovero è stata molto positiva. Tutto il personale si è dimostrato disponibile ed attento alle mie esigenze, tanto che mi sono sentita proprio ‘al sicuro’, nonostante la mia situazione di salute.
La sensibilità e l’umanità del dottor Massarut e degli altri medici della sua equipe si è dimostrata importantissima per superare un post intervento con delle complicanze che si sono poi risolte.
I miei familiari sono stati rassicurati dal primario in persona in occasione di tali complicanze. Nel post ricovero, poi, la dottoressa Loretta, la sua collega o entrambe insieme, sono sempre presenti nei corridoi degli ambulatori o all’interno degli stessi, pronte a regalare un sorriso chiedendo a noi pazienti come prosegue la convalescenza. Le medicazioni ambulatoriali vengono effettuate dagli stessi chirurghi dell’equipe del dottor Massarut, perciò si incontrano sempre i medici che conoscono già la particolarità di ognuna di noi. Un’assistenza che veramente continua fino alla guarigione.
Fortunatamente, i risultati del mio esame istologico hanno avuto come conclusione l’indicazione a non dover affrontare nessun tipo di percorso oncologico, in quanto le microcalcificazioni per le quali ho subito la mastectomia erano tutte intraduttali ed i linfonodi non sono stati intaccati. Nella sfortuna, sono perciò stata fortunata ad aver incrociato professionisti che le hanno individuate, tolte ed analizzate subito.
Affrontare il tumore al seno a 40 anni mi ha aiutata a risolvere l’accettazione della malattia cardiaca che, prima dell’intervento al seno, non era ancora completata. Ora che ho superato un intervento chirurgico importante come la mastectomia, con tutte le problematiche che sono emerse a causa dei medicinali che sono costretta a prendere, il problema cardiaco è passato in secondo piano e mi sento di nuovo una persona forte, come non mi sentivo da anni.
Questa forza mi è senz’altro arrivata dall’incontro con persone molto positive e competenti e dal sistema di accoglienza ed assistenza rivolto a tutto tondo alle esigenze delle pazienti malate di tumore al seno presso il Cro di Aviano.