Come risolvere i problemi di liquidità di palazzo D’Aronco? Il Comune potrebbe comperare una banca e, magari, battere moneta. E’ la ‘ricetta’ del candidato alla poltrona di primo cittadino Antonio Miclavez, sostenuto da una lista ispirata alla sua persona sostenuta da cinque associazioni, tra le quali Federcontribuenti Fvg, Forza Nuova e Movimento per la gente. Medico dentista, già docente universitario all’Ateneo di Lugano, Miclavez è autore del libro ‘Euroschiavi’, che ha ottenuto un grande successo.
Dottore, quali sono a suo avviso i tre principali problemi della città?
“Il primo è il fatto che la città si va spegnendo. Dieci anni fa era più viva, vent’anni fa ancora di più. La borghesia si sta trasferendo, casa e lavoro, fuori da Udine. Inoltre, sono diminuiti gli eventi e le manifestazioni e anche gli artisti sono portati ad abbandonare il capoluogo. I negozi tipici, poi, sono stati sostituiti da bazar e da esercizi che offrono merce di bassa qualità. Non c’è più l’artigianato. Nota a margine, il palazzo che prenderà il posto dell’Upim dovrebbe essere costruito in stile liberty. Il secondo è rappresentato da una forma di ‘pigrizia’ del Comune, che non offre più in prima persona i servizi, ma li delega a privati, partecipate comprese (quelle le cui sofferenze devono essere ripianate dal pubblico e i cui guadagni sono suddivisi tra i privati), che cercano l’utile”.
Mi fa un esempio?
“Penso, tra le altre, a Equitalia. Perché un Comune deve pagare una società i cui manager hanno guadagni spropositati? L’esattore può farlo benissimo un funzionario municipale”.
E il terzo problema di Udine?
“Sicuramente è la liquidità. Il fatto è che la coperta è troppo corta. Ed è corta a causa del divario che c’è tra il costo del denaro per il cliente finale e il costo di gestione bancaria. La differenza si aggira attorno al 18 per cento, quando dovrebbe essere l’uno, e viene prelevata dal territorio per essere portata altrove”.
Cosa può fare il Comune su tale fronte?
“Gestire in proprio il denaro, vale a dire avere una propria banca. Con 20 milioni di euro, il Comune potrebbe comperare un istituto di credito e ammortizzare la spesa in un anno. In questo modo, il denaro resterebbe sul territorio. Ci vuole coraggio: Honsell in questi anni ha agito bene e in maniera corretta, ma non basta”.
L’acquisto di una banca sarebbe sufficiente?
“Si potrebbe dare vita al denaro comunale, una moneta complementare accanto all’euro da mettere a disposizione di pensionati a basso reddito e studenti in difficoltà e da poter spendere in città. Con questo e la banca virtuosa (ovvero che applica, a differenza di tanti istituti, un interesse inferiore alla soglia d’usura e lascia il capitale sul territorio), si possono tagliare spese ‘fasulle’ invece dei posti di lavoro”.
Torniamo al centro città. Cosa si può fare per rivitalizzarlo?
“Puntare sulla cultura. Con questo non intendo fare discoteca fino alla 2 di notte. Per esempio, si dovrebbero sostenere di più le iniziative della Nico Pepe, non fare guerra ai musicisti ambulanti (anche loro, in qualche modo, animano la città), organizzare festival di strada e culturali. Si potrebbe anche, lo dico in maniera provocatoria, cercare di dar vita a una ‘zona franca’ per la Siae. Infine, usare di più il Castello”.
In che modo?
“L’idea è dare vita sul colle a una mostra d’arte, specialmente orafa, con i grandi nomi della gioielleria mondiale e organizzare aste mensili. Una cosa del genere sarebbe una novità mondiale”.
La sua lista è appoggiata da Forza Nuova. Vi collocate a destra?
“Le etichette ‘destra’ e ‘sinistra’ non hanno senso. L’appoggio è stato dato per i concetti che portiamo avanti, non per la collocazione. Se avessimo trovato l’appoggio di una forza di sinistra, non sarebbe cambiato nulla”.
Se non doveste andare al ballottaggio, chi appoggerete?
“Il M5S, senza alcun dubbio. E senza chiedere nulla in cambio”.
7 aprile 2013