Distrazione e alta velocità sono le prime causa d’incidente anche nei nostri capoluoghi. Lo confermano i comandanti delle Polizie locali. “Gli utenti vulnerabili (pedoni, ciclisti e disabili, inseriti come categorie deboli nel nuovo codice della strada, ndr), che sono stati coinvolti in incidenti quest’anno – spiega il comandante di Udine, Eros Del Longo – sono tanti, ma è importante analizzare le cause. Purtroppo, sono molti i pedoni che leggono i messaggi sul telefonino mentre attraversano la strada. Io stesso ho evitato che un ragazzino distratto dallo smartphone finisse sotto un auto. Bisogna rispettare le regole, ma se chi fabbrica una bicicletta mette in vendita due ruote senza fanali, è difficile che un cittadino renda sicura la bici o indossi giacche alta visibilità”.
“Per non parlare dei monopattini che sono un pericolo in città e fuori. Chi fermiamo, però, s’infastidisce e risponde che, usando un mezzo elettrico, non rispetterà sempre le regole, ma salverà l’ambiente”.
Anche se il comandante di Pordenone e Cordenons, Maurizio Zorzetto, è arrivato in Friuli da poco più di un mese ha capito subito la differenza tra i due comuni. “Cordenons – spiega Zorzetto – è una zona tranquilla, Pordenone, invece, è più frizzante, anche se in città la maggior parte degli incidenti è causata dalla distrazione, mentre nei tratti extraurbani dall’alta velocità, che è sempre la prima causa. Ovviamente, sono più esposte le persone che girano a piedi o in bici e sono rimasto stupito dalla quantità di studenti che usano le due ruote per spostarsi”.
A Gorizia, la maggior parte degli incidenti non avviene il fine settimana, ma lunedì e martedì, e non di notte, ma dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 18. “Sarà perché qui – spiega il comandante Marco Muzzatti– è ancora forte la sensibilità asburgica e,quindi, c’è molto rispetto delle regole e dei pedoni. Inoltre, nelle scuole facciamo corsi di educazione stradale per sensibilizzare la popolazione più giovane”. Non sono i ragazzi, però, i più distratti sulla strada. “Devo dire che i peggiori – conclude Muzzatti – sono i sessantenni, che camminano, o guidano col telefonino sempre in mano”.
Arrivano gli assistenti pedonali
Con il progetto ‘Ruote ferme, pedoni salvi’, che già dal nome indica l’obiettivo, chi ha commesso un incidente stradale, dopo un corso di formazione, potrà diventare ‘assistente pedonale’ e aiutare gli utenti vulnerabili, come li definisce il nuovo codice della strada entrato in vigore lo scorso anno, ‘sorvegliando’ i passaggi pedonali di fronte a scuole, tribunali e, comunque in tutte le zone a rischio. Il progetto ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Giustizia e dell’Anci e il sostegno dell’Afvs e ha esordito a Torino nel 2021, quindi vi hanno aderito anche Chieti, Arezzo, Pordenone e Udine. Per Massimo Olivotto, capo di gabinetto della Questura di Pordenone, “c’è troppa disattenzione e disinformazione. La conseguenza è che c’è ancora poco rispetto per pedoni e ciclisti”.
Udine riparte a 30 all’ora
Far diventare Udine una città verde, florida, inclusiva e sicura. E’ questo l’obiettivo del Comitato autostoppisti che ora si è riorganizzato nella lista civica ‘Spazio Udine’, “uno spazio civico aperto – spiega il portavoce Ivano Marchiol -, rivolto a tutte le persone che vogliono ripensare Udine in modo serio, facendo riferimento alle migliori buone pratiche e ai punti di forza della città europee”. Ci dovrebbe essere più attenzione agli utenti vulnerabili come pedoni, anziani, disabili e mamme coi passeggini, ma soprattutto “vogliamo raggiungere l’obiettivo di ‘Udine città 30’ ossia 30 all’ora, come tante in Europa. Udine è ferma a 20 anni fa. Da troppo tempo le auto sono ovunque e la città è spenta. Non si può puntare al rilancio, se prime non si ridisegna lo spazio pubblico. Tutti i nostri progetti si possono trovare nel nostro sito e ogni suggerimento sarà ben accetto”.
‘Al volante, tasso zero per tutti’
Ad Aquileia e Cervignano, a Cividale e Palazzolo dello Stella, per non parlare di Pordenone, Cordenons o Trieste. E’ lungo l’elenco dei pedoni che in Friuli Venezia Giulia, da agosto a oggi, sono stati travolti dalle auto sul ciglio della strada, ma anche sulle strisce pedonali, di notte e in pieno giorno. E dietro a ogni incidente c’è il dolore di due famiglie, quella della vittima e quella dell’investitore, magari giovane, neo patentato o solo distratto, ubriaco e drogato. In tutti i casi si tratta comunque di omicidio stradale che secondo la legge 41 del 2016 è colposo, ossia non volontario.
Lo spiega bene Silvia Frisina, delegata di presidenza dell’Associazione italiana fa miliari e vittime della strada. “Nessuno si mette al volante – dice Frisina – con l’idea di fare del male a un’altra persona. Certo è che ci possono essere aggravanti, come la guida in stato di ebbrezza o sotto l’uso di stupefacenti. In questi casi si è colpevoli due volte. Ma la maggior parte dei familiari delle vittime riesce a perdonare, purché il colpevole si renda conto della gravità di quanto commesso”.
Tra i tanti familiari di cui si occupa l’Afvs, Frisina si ricorda in particolare della mamma di un diciassettenne travolto da un coetaneo al volante di uno scooter. Il ragazzo non si è fermato col rosso è ha travolto il giovane che sta attraversando. La donna, non solo ha perdonato, ma ha convinto l’investitore ad andare con lei nelle scuole a fare educazione stradale, raccontando agli studenti la loro storia.
Hanno preferito mantenere il silenzio e non rendere pubblico il loro dolore, spiegandolo sul nostro giornale, i genitori di un ragazzo friulano, investito sulle strisce. “Ognuno ha la propria sensibilità e i propri tempi. La madre di Giovanni Zanier, il ragazzino di 15 anni preso sotto a Porcia dalla soldatessa americana che guidava ubriaca,non è riuscita a perdonarla. L’omicidio stradale non è una malattia che dà il tempo di abituarsi all’idea della perdita del proprio caro. Per questo l’Afvs offre assistenza psicologica, medica e tecnico ricostruttiva. E’ fondamentale affidarsi a esperti. Tra i risultati che l’associazione ha già raggiunto c’è il divieto di utilizzare il cellulare alla guida. Il prossimo passo sarà ottenere la tolleranza 0 per tutti all’alcol test”.