“La presidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli ha definito ‘sovversiva’ quella parte di popolazione che per ragioni personali o di salute non abbia ancora iniziato il percorso di vaccinazione, sostenendo anche che chi non ha il Green Pass mina la continuità produttiva” affermano in una nota congiunta Cgil e la Fiom che – sottolineano – “sia a livello nazionale che locale, hanno più volte ribadito il proprio sostegno alla campagna vaccinale, e ribadito quanto fondamentale sia il suo successo per uscire da questa pandemia, disastrosa in termini di vittime, malati e anche per il suo impatto sul suo tessuto economico e occupazionale”.
“In questo Paese vige infatti il diritto alla libera scelta sulla vaccinazione, previsto dalla Costituzione – sottolineano le due sigle sindacali -. Ricordiamo inoltre a Confindustria Udine che la continuità produttiva è stata garantita da quei protocolli sulla sicurezza che sono stati sottoscritti a livello nazionale e in tutti i luoghi di lavoro, frutto della mobilitazione dei lavoratori, che nel 2020 hanno dovuto anche scioperare per chiedere di lavorare in condizioni di sicurezza. L’esigenza prioritaria, in questa fase, è quella di mettere in campo ogni impegno possibile per rafforzare la campagna di informazione sull’importanza delle vaccinazioni, con un fermo e univoco impegno di imprese, Governo e parti sociali”.
Ed è proprio “l’immobilismo di un Governo che non è in grado al momento di prendere una decisione chiara e netta in materia di obbligo vaccinale, scaricando sulle aziende e sulle parti sociali la responsabilità di decisioni che a loro non competono” a preoccupare i sindacati.
“Solo un intervento di legge, Costituzione alla mano, può prevedere l’obbligo vaccinale – insistono Cgil e Fiom -. Se il Governo non vuole prendersi le proprie responsabilità, la conseguenza sarà, purtroppo, che si arrivi ad una situazione incontrollabile, causa di tensioni non solo tra le aziende e i sindacati, ma tra gli stessi lavoratori. Le ragioni di consenso politico, in questa fase, andrebbero messe in secondo piano, per parlare alla testa delle persone, porre fine a sterili diatribe e a fughe in avanti da parte delle forze imprenditoriali e delle imprese, le cui scelte unilaterali hanno l’unico effetto di creare tensioni, divisioni e discriminazioni tra i lavoratori”.
La risposta di Mareschi Danieli
“Le aziende sono pro vaccinazione e pro green pass fin dall’ingresso nelle stesse e non solo in mensa. Ad oggi però l’obbligo di presentazione del Green Pass per l’ingresso nelle mense aziendali è definito esclusivamente da una FAQ che seppur emessa da Palazzo Chigi, non è una norma – spiega la presidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli –. È quindi necessario che il Governo faccia chiarezza al più presto, definendo in modo chiaro e inequivocabile le regole da seguire con carattere normativo vincolante. Questo per evitare che un’azienda, o il gestore della mensa della stessa a cui è demandato il controllo, che applica alla lettera la FAQ si ritrovasse nella situazione di subire una contestazione (con diritto) da parte di quei collaboratori che hanno deciso deliberatamente, per motivi diversi da quelli di salute, di non sottoporsi alla vaccinazione, cosa che andrebbe a minare la continuità produttiva della stessa. Per contestazione con diritto intendo che, come ho già avuto modo di specificare, il lavoro è un diritto (costituzionale) e un dovere (civilistico) e come tale non può subordinarsi ad un previo obbligo di esibizione di un pass per una vaccinazione non obbligatoria. E quindi torniamo sempre allo stesso punto: l’obbligo del lavoratore di esibire la certificazione verde può sorgere solo a seguito di una espressa previsione legislativa. In ogni caso ribadisco che le aziende e quindi le mense delle stesse sono luoghi sicuri anche grazie ai protocolli Anti-Covid che Confindustria Udine ha costruito con i sindacati provinciali. E questo è stato verificato”.