In Franciacorta, provincia di Brescia, azienda Faccoli, hanno staccato il primo grappolo d’uva venerdì 4 agosto. Si trattava di Chardonnay per la produzione di spumanti: tradizionale cerimonia di avvio della raccolta nella Penisola.
Si è partiti in anticipo di 7-10 giorni rispetto alla media storica. E così andrà in Friuli Venezia Giulia. Subito dopo Ferragosto, circa una settimana prima del 2016, si inizierà a raccogliere il Pinot nero base spumante. «È la verità più precoce – ricorda Dario Ermacora, presidente di Coldiretti Fvg –: si parte da lì in particolare nei vigneti più giovani, quelli di due o tre anni in cui l’uva matura prima». Seguiranno Il Pinot nero di maggior pregio, quello fermo. Ed entreranno poi in cantina i grappoli del Pinot grigio, quindi Sauvignon, Friulano, Ribolla (sempre che non inizi a piovere; in quel caso, per una varietà che con l’umido tende a marcire, si anticiperà la raccolta di qualche giorno), Malvasia, Verduzzo e Picolit. Per i rossi si attenderà metà settembre e via con il Merlot e poi Pignolo, Refosco, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Un percorso lungo altre tre settimane per chiudere le operazioni attorno alla prima settimana di ottobre, in tempo per evitare i primi, negativi abbassamenti di temperatura.
La vendemmia 2017? Per anticiparne quantità e qualità, con la premesse che al solito l’esito finale dipenderà soprattutto dalle condizioni meteorologiche dell’ultimo periodo, è necessario risalire ai mesi precedenti. Le gelate del 20-21 aprile, fa sapere Marco Malison, responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Fvg, hanno interessato il territorio in modo diffuso ma a “macchia di leopardo”. Di fatto, a distanza di qualche centinaio di metri, si può passare da un danno nullo o limitato fino al 100% di perdita anche in funzione del sistema di allevamento (altezza del cordone da terra). In generale le varietà più colpite sono state quelle a sviluppo precoce (Glera, Refosco, Pinot, Chardonnay, Picolit). Per contro nei vigneti non colpiti la produzione è discreta in conseguenza di una buona fertilità delle gemme e del peso medio grappolo che si prevede superiore alla media.
In generale, comunque, pare che ci si possa attestare attorno a un calo complessivo del 10% della produzione rispetto all’anno scorso (1,856 milioni di ettolitri). Il motivo? Oltre agli effetti della gelata in alcune zone, a incidere è il fatto che quest’anno quasi tutte le varietà, tranne alcune come per esempio il Merlot, risultano non particolarmente cariche di prodotto.
Quanto alla qualità, le previsioni sui bianchi sono positive: «Se non ci saranno eccessivi stress idrici la prossima settimana, o addirittura grandinate – anticipa Ermacora –, la qualità sarà buona». Sui rossi, invece, è preferibile non azzardare ipotesi. In ogni caso, in un Fvg che non ha subito più di tanto il fenomeno della siccità, il grande caldo della prima settimana di agosto non creerà danni, tanto più se già tra qualche giorno le temperature notturne ritorneranno a scendere. «Le escursioni termiche sono sempre positive – osserva ancora il presidente di Coldiretti Fvg –, e questa tendenza ha caratterizzato l’intera estate».
Detto che lo stato fitosanitario viene considerato ottimale, Coldiretti si attende un mercato molto attivo per le uve di Pinot grigio e Glera per Prosecco. E non sottovaluta i timori nel centro Friuli e nella Bassa friulana per le infestazioni da haliomorpha halys (cimice marmorata asiatica).
Record storico di esportazioni
Con l’inizio della vendemmia l’Italia festeggia il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che fanno registrare un aumento del 4,7% rispetto allo scorso anno quanto avevano raggiunto su base annuale i 5,6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo quadrimestre 2017 presentata in occasione del distacco del primo grappolo di uva nell’azienda agricola Faccoli in via Cava a Coccaglio, nella provincia di Brescia in Franciacorta che come tradizione inaugura l’inizio della raccolta lungo la Penisola con la vendemmia delle uve Chardonnay per la produzione di spumanti, le prime ad essere raccolte.
Si tratta di una ottima premessa alla vendemmia 2017 che –sottolinea la Coldiretti – interessa 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. In Italia se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento – precisa la Coldiretti – ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
Con l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 10,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone, anche se quest’anno vanno segnalate difficoltà determinate dall’abrogazione dei voucher con i ritardi burocratici nell’avvio dei nuovi strumenti che rischiano di impedire a pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito di partecipare al rito della raccolta. Dopo dieci anni si tratta della prima vendemmia senza voucher che – ricorda la Coldiretti – sono nati proprio per agevolare le operazioni di raccolta delle uve nel 2008.
La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
Il futuro del Made in Italy dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività che è stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificità territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare primati nel mondo”.
Vendemmia anticipata anche in Friuli: si parte a Ferragosto
La previsione: buona qualità, quantità in calo del 10%
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