Dare uno ‘stop’ alla riforma della Sanità, riflettere su dove si vuole andare e se gli obiettivi sono fattibili e poi ripartire. E’ questo lo spirito con il quale otto comitati del Fvg, sorti a Latisana, Gemona, Cividale, Sacile, Trieste, Grado e Maniago, hanno deciso di promuovere un referendum per l’abrogazione della legge regionale 17 del 2014. “Al momento – spiega Renata Zago del Comitato Nascere a Latisana – siamo in otto, ma siamo pronti ad accoglierne altri, anche nati per scopi diversi, purché condividano le nostre preoccupazioni sul tema salute. La raccolta delle 500 firme per la presentazione del quesito all’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, che dovrà esprimesi sulla sua ammissibilità, è già partita. Se in seno all’Ufficio non si raggiungerà l’unanimità, la parola spetterà al Consiglio, che, se i voti contrari saranno inferiori alla maggioranza dei consiglieri, darà il nulla osta. Poi si tratterà di raccogliere, in 5 mesi e in tre collegi, le 15mila firme necessarie per arrivare alle urne”.
Ogni comitato ha le proprie ragioni per vedere abrogata la riforma: punto nascita a Latisana, pronto soccorso a Gemona, pronto soccorso e ambulanze a Trieste, tanto per fare qualche esempio. E la sommatoria di queste criticità ha portato a formulare un quesito che non riguarderà i singoli aspetti, ma la legge nel suo complesso. “Contestiamo – continua Zago – l’impianto della riforma. Intendiamoci, alcuni principi, a partire da ‘meno ospedale e più territorio’ o il taglio dei doppioni, sono condivisibili in quanto generici. E per questo ci abbiamo pensato per diverso tempo prima di muoverci. Peccato che, poi, abbiamo visto solo tagli di servizi e nessuna implementazione sui territori. Naturalmente, ci saranno resistenze politiche: se questa fosse una mia legge la difenderei”. Come nel caso dei referendum nazionali, anche quello regionale (se tutto andrà bene si dovrebbe tenere la prossima primavera) sarà valido solo se si raggiungerà il quorum. “Per ora – conclude Zago – non ci pensiamo, occupiamoci intanto dell’ammissibilità. Se ci aspettiamo l’invito all’astensione? Probabilmente, lo faranno, come lo hanno fatto per il quesito sulle trivelle, ma non ritengo che tale atteggiamento sia consono a una figura istituzionale. Certo, se il quorum non si raggiungerà vorrà dire che noi Comitati ci siamo sbagliati e che la Sanità ai cittadini non interessa. Ma non crediamo che ciò accadrà”.