Tra rinvii e false partenze, sono finalmente iniziati i lavori in via Mercatovecchio. Nonostante qualche polemica, il cantiere – partito ufficialmente due settimane fa – sta procedendo, come conferma il vicesindaco di Udine, Loris Michelini. “A breve sarà completato il riposizionamento di tutto il porfido e della pietra. In settimana sarà rimosso il primo tratto, poi tra martedì 16 e mercoledì 17 luglio inizierà il cantiere per la fognatura”.
Tra le variabili, c’è anche quella dell’eventuale presenza di reperti archeologici… “Non credo li troveremo”, commenta Michelini. “Diverse decine di anni fa, quando fu eseguito l’ultimo intervento per la fognatura, non era stato trovato nulla. Ma è giusto, come richiesto dalla Sovrintendenza, che ci sia un archeologo per valutare lo scavo. I tempi? Sono legati alle ditte. Quella impegnata ora sta procedendo con molta velocità. Siamo consapevoli delle difficoltà e del disagio per i commercianti e i residenti, di via Mercatovecchio come di via Aquileia. Ci saranno lamentele, ma chiediamo a tutti un po’ di pazienza”.
“Mettere mano a via Mercatovecchio darà luogo a non pochi problemi”. A parlare è l’architetto udinese Pierluigi Grandinetti, docente di architettura allo Iuav di Venezia. Problemi che partono dalla storia della strada. “Dalle informazioni raccolte – spiega Grandinetti – risulta che lì, anticamente, vi era il fossato del colle del Castello, poi riempito, come dimostrano i materiali sciolti ritrovati durante alcuni lavori nel sottosuolo. Via Mercatovecchio si appoggia sull’ultimo terrazzamento del colle, il che spiega – continua il professore – il diverso livello dei due marciapiedi: quello a nord più alto, quello a sud più basso”.
Proprio per raccordare tale dislivello, fu realizzata una carreggiata a schiena d’asino. Come mostra una fotografia dei primi del ‘900, la pavimentazione era in acciottolato, poi sostituito dal porfido. Materiali, questi, che consentono il drenaggio della pioggia e delle acque che naturalmente scendono dal colle. “La domanda che mi pongo – dice Grandinetti – è se nel progetto attuale sia stata o meno mantenuta la lastra inclinata di calcestruzzo fibrorinforzato prevista come sottofondo – del tutto inadeguato – nel primo progetto, sistema che non consentirebbe il drenaggio dell’acqua e metterebbe i negozi sul lato sud a rischio di allagamenti”.
Infine, c’è la complessità del sottosuolo della strada. Oltre a una vera e propria ragnatela di reti impiantistiche, lì su entrambi i lati della strada c’è ancora un’antica fognatura a volta fatta in mattoni. Sul lato sud, inoltre, vi sono i magazzini sotterranei, ricavati dalla vecchia strada sotterranea utilizzata per il rifornimento delle botteghe attraverso opere di muratura. Tutti manufatti che possono risultare di interesse archeologico, come lo stesso fondo della strada.