Vincitori e vinti ‘the day after’ anche in Fvg fanno i conti con il risultato elettorale ottenuto. In particolare, l’avanzata del centrodestra che si è registrata anche in Friuli Venezia Giulia – dove tre dei quattro sindaci andati al ballottaggio sono sostenuti da liste di centrodestra – non è possibile leggerla senza considerare i risultati nazionali e le pesanti sconfitte che il Pd ha incassato in due città chiave: Torino e Roma, dove sono state elette due donne del M5S, Chiara Appendino e Virginia Raggi.
In regione, Pordenone e Trieste, dopo anni di governo di centrosinistra vedono passare di schieramento la fascia tricolore con l’elezione di Alessandro Ciriani, ex presidente della Provincia, e Roberto Dipiazza, quest’ultimo al suo quarto mandato da sindaco (in passato ha guidato Muggia e per due volte il capoluogo giuliano). Daniela Giust a Pordenone e il sindaco uscente Roberto Cosolini a Trieste hanno potuto ben poco. Il ballottaggio ha decretato senza incertezze vincitori e vinti e ai due sconfitti di casa Pd è toccato soltanto il compito di raccogliere i cocci e ammettere a sangue ancora caldo di aver perso. Stessa sorte a Cordenons che vede eletto Andrea Delle Vedove, sostenuto da una lista di centrodestra.
Serracchiani e company portano a casa un risultato amaro e si consolano con la conferma del centrosinistra a San Vito al Tagliamento, dove però lo scontro – e anche acceso – si è giocato tutto in casa del centrosinistra, poiché i due candidati finiti al ballottagio erano rispettivamente il sindaco e vicesindaco della giunta uscente. Una vittoria, insomma, facile e scontata, ma non priva di scontri e acredine, che si sa non è mai un buon punto di partenza.
“Andranno fatte analisi accurate e schiette – ha spiegato Debora Serracchiani -, perché e’ evidente che le sconfitte in due capoluoghi e a Cordenons, non vanno sottovalutate” e promette di aver voler rispondere al segnale dato dell’elettorato, sempre meno interessato e affezionato all’appuntamento con le urne, “con umiltà e impegno”.
“Non sono tra quelli per cui la vittoria appartiene a tutti mentre la sconfitta e’ orfana, e dunque – ha sottolineato – mi assumo la mia parte di responsabilità. Da qui in avanti però, e non da sola, so che ritroveremo la determinazione affinché dalla sconfitta si creino i presupposti per una nuova vittoria”.
Per contro, a sparare sulla croce rossa ci pensa il centrodestra con Renzo Tondo, ex presidente del Fvg nonché capogruppo di Alternativa Responsabile in Consiglio regionale, che spiega senza giri di parole che “non c’è alcun dubbio che, a livello regionale, si percepisca un forte malcontento nei confronti dell’azione amministrativa della Giunta Serracchiani. Le riforme della sanità e degli enti locali, sommate ad un disinvolto e arrogante comportamento, hanno certamente contributo a far perdere voti al Pd, ed al centrosinistra in generale”.
Le critiche, però, non vengono soltanto da destra. Anche il ‘fuoco amico’ targato Sel incalza il centrosinistra e il Governo Renzi.
“Il centrodestra ha vinto nei due Comuni capoluoghi governati fino a ieri dal centrosinistra – afferma Marco Duriavig, Coordinatore regionale SEL FVG -. Le colpe vanno ricercate in quello che si è fatto e nel messaggio che si è trasmesso ai cittadini. Su questo dobbiamo ragionare anche in Fvg, dal governo dei Comuni a quello della Regione”.
E poi Duriavig ha parole di fuoco anche per il Governo Renzi che “soprattutto nelle città, ha determinato anche un voto di opinione contrario alle politiche del Governo. Per questo la sovrapposizione del PD locale con quello nazionale non ha giovato, anzi” ricordando come nel 2013 il centrosinistra in Regione abbia “vinto anche con slogan “Né Renzi, né Bersani, semplicemente Serracchiani”. Con l’affiancamento di Serracchiani a Renzi invece – attacca Duriavig – oggi la sconfitta è evidente, per il malcontento che hanno generato le modalità e le politiche del Governo”.
“Mi aspetto un’analisi politica seria ed un’autocritica onesta da parte di tutti. Tutto il centrosinistra regionale ha bisogno infatti di rivedere le proprie posizioni, anche in previsione del 2018. Da parte nostra abbiamo già avviato un percorso, a livello nazionale e regionale, che sta portando alla costruzione di Sinistra Italiana. Perché siamo convinti che vi sia la necessità di dare nuova rappresentanza ai tanti che oggi sono delusi dalle risposte della politica – conclude Duriavig -, anche quella del PD e del cosiddetto centrosinistra”.
Cigliegina sulla torta i referendum consultivi per le fusioni di alcuni Comuni, sostenuti dell’assessore regionale Paolo Panontin, e palesemente bocciati. Un fallimento che ha lasciato ammutoliti i sostenitori della causa e amministratori che, forse, ritenevano di avere la vittoria già in tasca. Insomma, un segnale – anche questo – che spinge tutte le parti politiche a riflettere.