L’agguato, in uno dei sottopassi della stazione di Udine di proprietà del Comune e che dà in via della Cernaia, qualche giorno fa, poi due giorni dopo la denuncia alla Polfer.
Vittima di violenza sessuale una 36enne udinese che ha imboccato il sottopasso appena scesa dal treno per fare ritorno alla macchina. Ha notato subito la presenza ingombrante di un uomo che ascoltava musica ad alto volume dallo smartphone. Poi l’inseguimento, le proposte oscene e le mani addosso, nelle parti intime. La presenza di alcune persone ha evitato il peggio, consentendo alla donna di divincolarsi e liberarsi dalla stretta dell’aggressore, fuggendo verso la macchina e la salvezza. Soltanto due giorni dopo la 36enne ha trovato la forza di denunciare l’accaduto alla Polfer. E fondamentale si è rivelata la descrizione dettagliata dell’uomo, uno straniero, che l’aveva aggredita. Gli agenti, aiutati dagli indizi forniti dalla vittima, hanno subito capito di chi si trattava e in poche ore hanno assicurato il colpevole alla giustizia. Si tratta di un giovane migrante pachistano di 25 anni, richiedente asilo, che ora dovrà rispondere del reato di violenza .
La stazione di Udine si conferma come uno dei luoghi fisiologicamente più a rischio, dove la convivenza con l’emergenza cittadina dei richiedenti asilo trova peggior compimento.
“Questo è l’episodio più grave accaduto negli ultimi tempi a Udine e legato a questo tipo di emergenza – ha spiegato l’ispettore della Polfer Claudio Bello –, non è certo un buon segnale, ma grazie alla nostra attività di controllo siamo stati in grado di identificare subito l’aggressore, dando un segnale ben preciso: la stazione ferroviaria di Udine non è il luogo dove si può delinquere pensando di farla franca”.