Senza dimora, perché senza speranze. Non può che essere questo il motivo per cui un quarantenne si ritrova a vivere per strada, o a chiedere asilo in un ricovero pubblico. L’identikit del ‘barbone’, come erano chiamati un tempo, che gira senza meta per le strade del capoluogo friulano è proprio quello di un quarantenne. Eppure al giorno d’oggi a quell’età si dovrebbe essere nel pieno della vita: famiglia e lavoro dovrebbero andare a gonfie vele e, dopo aver superato le incertezze dei trent’anni, si dovrebbe aver capito cosa si vuole dalla vita e aver tagliato i primi traguardi.
Invece, è proprio la mancanza di risultati che porta alcuni quarantenni a vivere ai margini della società.
“Si tratta di uomini che hanno perso il lavoro – ha spiegato ai microfoni di Telefriuli Andrea Spinato, vicepresidente del comitato di Udine della Croce Rossa italiana – e hanno affogato i loro dispiaceri nell’alcol, allontanandosi piano piano dalla famiglia, o essendo stati allontanati da genitori o mogli”.
Alla dipendenza dall’alcol, infatti, subentra anche la ludopatia. La persona già in difficoltà si butta nel gioco, sperando di poter riprendersi grazie a una vincita. In realtà, l’azzardo porta difficilmente a un cambiamento positivo. Anzi, la caduta è libera e le conseguenze sono disastrose.
Spinato racconta che, cacciato da casa, il nuovo barbone è costretto a vivere in auto, ma poi, a causa delle ristrettezze finanziarie, si vede costretto a vendere anche quella, per sbarcare il lunario o giocare l’ultima speranza. Per la vergogna, queste persone aspettano anche due settimane, trascorse all’addiaccio e senza cibo, prima di chiedere aiuto.
A Udine, rispetto allo scorso anno, ci sono 60 letti in meno destinati ai senza dimora, perché le strutture di accoglienza hanno dovuto chiudere per lavori straordinari. Rimangono a disposizione per le situazioni di emergenza soltanto 15 posti nel ricovero di via Pracchiuso. A fronte di 25 persone in difficoltà registrate.
Diversa la situazione nel Friuli occidentale, dove la fotografia del senza dimora rappresenta un uomo che ha superato i 50 anni “ed è ad alta complessità sanitaria – spiega il direttore della Caritas, Andrea Barachino -. Si tratta di uomini con problemi di tossicodipendenza o di alcolismo, che vivono situazioni di grande difficoltà. Tra la ‘Locanda’ di Pordenone e il ricovero a Porcia abbiamo al momento 40 posti disponibili, ma è stata già aperta una lista d’attesa e le situazioni di emergenza potrebbero aumentare con l’arrivo del freddo”.