I carabinieri della stazione di Fiume Veneto, al termine di una serrata attività investigativa, il 30 maggio hanno arrestato, in flagranza di reato, un 63enne italiano e una cittadina della Repubblica Slovacca di 36 anni per estorsione.
La vicenda si è svolta negli ultimi giorni del mese di maggio quando la donna era stata assunta, tramite una società di lavoro interinale, alla Latteria di Taiedo con sede a Chions; dopo alcuni giorni il titolare dell’attività commerciale decide di interrompere il rapporto di lavoro, liquidandole quanto dovuto.
La vicenda professionale sembra chiusa lì quando, dopo qualche giorno, un uomo, dichiarando di essere il marito della licenziata, chiede insistentemente di poter parlare con il titolare dell’azienda perché intende presentare una denuncia all’Ispettorato del Lavoro.
Durante l’incontro, a cui partecipa anche il legale di fiducia del titolare dell’azienda il 63enne, sempre paventando la sua intenzione di sporgere una denuncia per asseriti maltrattamenti subiti dalla donna nel corso del periodo di lavoro nell’azienda, racconta di essere stato a sua volta vittima di un “episodio” analogo ma a parti invertite dal quale ne era uscito così male che era stato costretto a chiudere l’attività commerciale, di fatto “suggerendo” una soluzione alternativa al proprietario della Latteria di Tajedo che sicuramente gli avrebbe procurato meno fastidi e danni economici.
Quest’ultimo, impaurito dalla minaccia di poter finire in rovina con l’attività commerciale, ha deciso di denunciare l’accaduto ai Carabinieri che, coordinati dal Procura della Repubblica di Pordenone, al momento della consegna dei soldi richiesti precedentemente dal 63enne al titolare, hanno fermato lui e la donna con i soldi appena ricevuti.
Al termine delle operazioni, l’uomo è stato portato in carcere mentre per la donna sono scattati gli arresti domiciliari; entrambi sono stati scarcerati ieri su disposizione della Procura di Pordenone.