Addio ai voucher. Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok all’abolizione della misura che interessa le prestazioni lavorative retribuite.
“Useremo le prossime settimane per rispondere ad una esigenza che certamente l’eliminazione dei voucher non risolve, per una regolazione seria del lavoro saltuario e occasionale – ha detto il premier Paolo Gentiloni -. Abbiamo abrogato le norme su voucher e appalti nella consapevolezza che l’Italia non aveva certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale su temi come questi e nella consapevolezza che la decisione è coerente con l’orientamento che è maturato nelle ultime settimane in Parlamento”.
A questo punto resta da vedere che cosa accadrà del referendum promosso dalla Cgil che prevede un quesito volto all’abolizione dei voucher e uno legato a nuove norme sugli appalti per recuperare il principio di solidarietà tra committente e appaltatore.
2012-2015: in Fvg crescita del 60%
In appena tre anni, dal 2012 al 2015,l’impiego dei voucher è cresciuto in regione del 60%, mentre a livello nazionale è stato superato il 142%. L’incidenza sulle ore lavorate resta assolutamente residua perché nel caso del Fvg l’incidenza è appena dello 0,6% (il doppio della percentuale registrata a livello nazionale). Tuttavia, il successo dei buoni lavoro è stata da molti considerato null’altro che un modo per aggirare le norme sul lavoro, mentre il sospetto che dietro il fatidico foglietto bianco si nascondesse spesso il lavoro nero ha fatto crescere il movimento d’opinione contrario a tale strumento.
Le reazioni in Fvg
Confcommercio Fipe: “Un passo indietro per il Paese”
“Un passo indietro per il Paese, in assenza di alternative. E un grave danno per le piccole imprese che si ritrovano in diversi momento dell’anno a dover gestire picchi di lavoro”.
Carlo Dall’Ava, presidente regionale e provinciale di Udine di Fipe Confcommercio, contesta la decisione di abolire la possibilità di utilizzare prestazioni lavorative retribuite con voucher, impedendo ai cittadini di esprimersi in occasione del referendum promosso dalla Cgil.
“Quello dei voucher – afferma Dall’Ava – è uno strumento valido per tante fasce della popolazione colpite dalla crisi economica. Uno strumento che non offre scorciatoie nei confronti del fisco, ma opportunità, a partire dagli studenti. Cancellarlo, anziché implementarlo, è un’operazione miope che va nella direzione opposta rispetto a chi si lamenta del calo dell’occupazione giovanile. Di fronte a queste decisioni altalenanti in economia, il governo pare più preoccupato dei suoi problemi interni che non delle necessità del Paese e del mondo del lavoro. Il timore di affrontare il referendum, unico strumento di democrazia rimasto ai cittadini, è un atto di debolezza”.
Confcommercio Fvg: “Sfidiamo la Cgil al referendum”
Sulla stessa linea il presidente regionale di Confcommercio Fvg Alberto Marchiori: “Non solo siamo contrari alle soluzioni al vaglio del governo, che vanno da una limitazione al lavoro accessorio fino alla soluzione finale dell’abrogazione, ma sfidiamo la Cgil al referendum. Le Pmi hanno utilizzato i voucher prevalentemente per fronteggiare temporanei e non prevedibili picchi di lavoro. Dal nostro osservatorio sulle imprese aderenti a Confcommercio regionale, possiamo rilevare che le aziende che li hanno utilizzati hanno retribuito un numero di ore sostanzialmente in linea con quanto rilevato a livello nazionale, vale a dire meno dell’1% del totale. L’intervento di abolizione dell’uso dei voucher, destinato a colpire singoli episodi di abuso, rischia di colpire duramente le piccole imprese commerciali che subiranno la concorrenza delle strutture aziendali di medie e grandi dimensioni, più in grado di organizzare le risorse umane disponibili per seguire l’andamento del mercato”.
Coldiretti: “Inaccettabile cancellarli”
“È inaccettabile che si cancelli con un colpo di spugna una misura che ha consentito l’emersione dal lavoro nero, tutelando lo Stato dal punto di vista fiscale e dando alle imprese uno strumento indispensabile per la gestione in sicurezza dei lavori stagionali e saltuari. Se ci sono stati abusi, si combattano quelli e non un provvedimento positivo e comunque apprezzato”. Lo afferma Dario Ermacora, presidente regionale di Coldiretti Fvg, in relazione alle notizie che arrivano dalla commissione Lavoro della Camera e che anticipano la cancellazione dei voucher, strumento nato proprio per il settore agricolo e utilizzato nell’ultimo anno per non più del 1,3% del totale in risposta a esigenze stagionali, in particolare sul fronte della raccolta. “Siamo di fronte a un atteggiamento grave – prosegue Ermacora –, dettato probabilmente più da questioni interne ai partiti di governo, e dunque da motivazioni politiche e non tecniche che suggeriscono di evitare il confronto referendario, con la conseguenza di porre però in enorme difficoltà le imprese agricole. Solitamente, quando si elimina una misura, si ha già ben presente l’alternativa. Oggi, al contrario, nulla si sa di un eventuale piano B. Come già in passato, quando nella stessa commissione Lavoro fu presentato un emendamento al ddl del ministro Fornero per limitare l’uso dei buoni alle sole aziende senza contabilità, non si creda tuttavia di trovare nell’agricoltura l’agnello sacrificale”.
Con la cancellazione dei voucher, rimarca anche Coldiretti nazionale, perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito 50mila giovani studenti, pensionati e cassa integrati impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari. La Federazione fa sapere che nel 2016 sono stati venduti in agricoltura circa 2 milioni di voucher, più o meno gli stessi di 5 anni fa, per un totale di 350mila giornate di lavoro hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne senza gli abusi che si sono verificati in altri settori dove sono aumentati esponenzialmente. I buoni lavoro sono stati introdotti inizialmente proprio in agricoltura per la vendemmia nel 2008 e da allora – conclude Coldiretti – hanno consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con quelli di pensionati, studenti e disoccupati.
Cgil propone una tessera magnetica
Pronta la replica della Cgil regionale. Secondo il segretario regionale Villiam Pezzetta rimangono in campo 40 tipologie contrattuali che potrebbero essere utilizzate al posto dei voucher. Il sindacato ha tra l’altro individuato per il lavoro occasionale l’utilizzo di una tessera magnetica con tanto di pin personale gestita direttamente dall’Inps.