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Sempre meno soldi, sempre meno welfare, che si tratti di aiuti diretti sotto forma di denaro o di servizi. Il taglio dei fondi dedicati a sociale e sanità è davvero drastico.
Se si tratta del welfare garantito dalla Regione, la riduzione delle risorse supera il 6 per cento: “La scelta è stata di non fare tagli lineari - ci ha spiegato Silvana Cremaschi, consigliere regionale del Pd e componente della terza commissione permanente -. Abbiamo deciso invece di difendere alcuni settori toccando quelli ritenuti in qualche modo sacrificabili. Fondi per l’autonomia responsabile, abbattimento delle rette per le case di riposo, servizi per l’inserimento lavorativo e fondi agli asili nido sono stati salvaguardati. In futuro, alla minore contribuzione puntuale e diretta faranno da contraltare più servizi, rivolti in particolare alle famiglie”.
Polemiche inevitabili
Una scelta che ha scatenato forti polemiche è stata quella di eliminare il bonus bebè: “Ci siamo posti una domanda - spiega Cremaschi - dato che di quel bonus avevano beneficiato il 60 per cento dei bimbi nati dal 2007: serviva davvero a sostenere la maternità ed era condizione essenziale perché una coppia decidesse di fare un figlio o era meglio garantire servizi importanti per le famiglie, come appunto gli asilo nido che, nel secondo semestre del 2013, erano rimasti privi di fondi? Siamo anche riusciti a istituire un fondo per le iniziative dedicate alle reti di comunità, che spingano famiglie e associazioni ad organizzarsi tutti assieme”.
Addio ai contributi a pioggia
“Quanto ai fondi per l’autonomia responsabile - sottolinea Cremaschi -, abbiamo deciso ancora una volta il taglio delle poste puntuali dedicate a piccole e grandi associazioni. La distribuzione a pioggia non potevamo più permettercela. Il principio, anche in questo caso è di sostenere la famiglia, destinando i fondi ad ogni ambito o area vasta sulla base della presenza di anziani e disabili, concordando con le associazioni cosa fare in modo da ridurre al massimo gli sprechi e lavorando in prospettiva sulla domiciliarità, in particolare per quanto concerne gli anziani”.