I brillanti risultati ottenuti nell’attività a Mosca, e prima ancora a Belgrado e presso la Santa Sede, porteranno presto il diplomatico udinese Antonio Zanardi Landi ad assistere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella politica internazionale. Pur mancando ancora l’atto ufficiale, sarà lui, infatti, da luglio il nuovo consigliere diplomatico del Quirinale, raccogliendo il testimone da Stefano Stefanini.
Zanardi Landi ha 63 anni, nato a Udine nel 1950 e laureatosi in Giurisprudenza a Padova, è entrato nel corpo diplomatico nel 1978. Tra il 1978 e il 1979 è il primo italiano a frequentare l’Ecole Nationale d’Administration a Parigi. È sposato con Sabina Cornaggia Medici e ha tre figli: Pietro, Benedetta e Caterina.
Nel corso degli anni è stato impegnato a Ottawa, Teheran, Londra, e attualmente, appunto, in Russia, dove nel giro di pochi anni ha saputo organizzare numerose iniziative di promozione del Made in Italy su quell’interessante mercato.
Sul ruolo attuale della diplomazia e del diplomatico, Zanardi Landi è stato molto preciso in un’intervista rilasciata in esclusiva a Il Friuli Business un paio di anni fa:
“La moderna diplomazia – è stata la sua risposta – ha molto mutato il proprio volto rispetto al passato. Da un lato, l’enorme sviluppo delle possibilità di comunicazione diretta fra i leader e la quantità di informazioni che vengono fornite quotidianamente ai decisori dai mass media e dai centri di ricerca hanno in parte ridotto, ma ovviamente non eliminato, il tradizionale ruolo del diplomatico come latore di messaggi fra i Governi e come analista degli sviluppi del Paese in cui è accreditato. D’altro canto, al diplomatico si richiede oggi, molto più di prima, di rappresentare il proprio Paese nei confronti della società civile, del mondo imprenditoriale, della cultura e dei mass media dello Stato in cui si trova a operare. Gli si chiede anche di porsi come punto di riferimento e di aggregazione delle differenti realtà istituzionali e private all’estero, in modo da promuovere in modo più efficace gli interessi del Paese. In questo senso è corretto affermare che la funzione della diplomazia economica è molto cresciuta negli ultimi decenni e, probabilmente, si è consolidata anche la consapevolezza delle potenzialità dell’uso della cultura come veicolo di promozione di interessi e di valori”.
13 giugno 2013