Il suo passato, come spiegato anche nell’articolo a fianco, è legato a una gloria antica che, nel presente, si trasforma in richiamo turistico pressoché costante. Per provare a costruire un futuro diverso, a Villa Manin di Passariano, dal 2015 c’è chi si è attivato allo sviluppo della creatività nelle arti performative attraverso il sistema della residenze artistiche, sia italiane che internazionali, con una progettualità importante e di grande respiro che ha sede proprio nel complesso della Villa.
Il progetto Dialoghi – Residenze per le arti performative a Villa Manin, ideato e curato dal Css Teatro stabile di innovazione del Fvg, progetto vincitore del bando per le Residenze per i primi due trienni e realizzato con l’Erpac, ha permesso alla dimora dogale di scoprire una sua nuova vocazione aprendosi alle arti performative come luogo di creazione, studio, sperimentazione, incontro e scambio di visioni ed esperienze, per artisti, cittadini e pubblico culturale.
Una ‘residenza’ anche fisica
Nell’avviare questo percorso che si concluderà nel 2020, il Css ha puntato su un intervento che si caratterizza con una relazione nel e per il territorio, coinvolgendo gli artisti e le formazioni delle performing arts italiane e internazionali. Grazie a questa nuova progettualità, formazioni teatrali e di performer, emergenti e affermate, italiane e internazionali, sono state invitate nel corso di tutto l’anno, e per periodi intensivi, a vivere e lavorare artisticamente nella Villa, mettendo a disposizione spazi di residenza in due sale prove attrezzate e uno spazio foresteria che può ospitare fino a venti artisti, oltre a ‘tutor’ per gli artisti più giovani.
Comunità ‘temporanee’
Le residenze sono state dunque pensate per generare delle vere e proprie comunità artistiche temporanee, che non operano in isolamento ma, al contrario, in una ricerca di relazione permanente con il territorio, chi ci vive e ci opera. Così concepite, possono sviluppare traiettorie di pensiero e creative, intercettare interferenze fisiche, mentali e sociali, abitando un luogo e portandogli in dote un forte senso di collettività. Ogni artista, singolo o in gruppo, ha avuto carta bianca in merito alla propria residenza: una start up per un nuovo percorso creativo; una nuova tappa di un processo di creazione già in atto; uno step di verifica e approfondimento; un’occasione di incontro fra artisti con percorsi anche diversi.
Nel 2019, quasi 30 progetti
Nel secondo anno del secondo triennio di attività, il progetto Dialoghi a Villa Manin ha promosso azioni di scouting, call per giovani artisti e per formazioni del territorio, e invitato artisti a esprimere progetti su invito diretto, per un totale di 28 residenze che hanno coinvolto, tra gli altri, Giuliano Scarpinato, Dan Canham, Lucia Calamaro, Teho Teardo, Michela Lucenti e Balletto Civile, Silvia Calderoni e Ilenia Caleo, Marta Bevilacqua e Arearea, The Mechanical Tales, Laura Calcagno, Elsa Martin, Roberto Anglisani, L’amalgama, Andrea Collavino, Lisa Moras… Al termine o nel corso della residenza, sono stati ovviamente organizzati momenti di apertura al pubblico, oltre a incontri e workshop con esperti, critici, altri artisti e personalità del mondo della cultura.
A Villa Manin, la creatività nasce anche dai dialoghi
Un rapporto nel e per il territorio, partito nel 2015 e che si concluderà nel 2020, dopo aver ospitato decine di performer, da soli o in gruppo
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