L’occasione, a cento anni dalla nascita di Ettore Bernabei, per conoscere la figura dello storico direttore generale della Rai attraverso una raccolta inedita dei diari non solo del dirigente, ma anche dell’uomo, con le sue annotazioni e i giudizi taglienti sui grandi del mondo dell’economia e della politica che ebbe modo di frequentare.
Dopo Napoli, Roma, Siena, Firenze, Bologna e Milano, è Gorizia la prossima tappa del tour di presentazione del libro “Ettore Bernabei, il primato della politica. La storia segreta della DC nei diari di un protagonista” di Marsilio Editore.
Appuntamento venerdì 15 luglio, alle 18, all’Azienda agricola Lorenzon “I Feudi di Romans” di San Canzian d’Isonzo.
Modera la serata il direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier. Intervengono, oltre all’autore Piero Meucci, il fondatore e presidente della cantina Enzo Lorenzon, il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin, e il figlio di Ettore Bernabei Giovanni.
“La nostra cantina – ha esordito Enzo Lorenzon – è orgogliosa di ospitare questo evento proprio per la stima che ci lega a Giovanni Bernabei. Siamo felici di rendere omaggio a un grande protagonista del giornalismo e della politica del secolo scorso. Un evento da non perdere per conoscere questo grande personaggio”.
“Questo libro è un pezzo di storia d’Italia tratto dai suoi diari dal 1956 al 1984, anni vissuti a fianco della classe politica democristiana, ma senza mai entrare direttamente nella dirigenza del partito, pur essendone un uomo di fiducia”, ha spiegato Giovanni Bernabei.
Un libro per scoprire il dietro le quinte della nostra storia più recente. Aneddoti ed episodi che hanno caratterizzato la nascita della Prima Repubblica. Bernabei, nato in un Paese negli anni in cui la libertà era stata sospesa, si e ci racconta una serie di fatti dapprima come giornalista, poi da direttore della Rai, in seguito da presidente di Italstat e infine come produttore cinematografico della Lux Vide da lui stesso creata. Ma Ettore Bernabei fu anche molto altro.
Fu “l’uomo cerniera” negli anni in cui la politica aveva il suo primato, quella cioè capace di governare la società, di offrire una visione di futuro nonostante i grandi cambiamenti e le tensioni sociali uniti da uno sviluppo economico e strutturale senza precedenti nell’Italia del dopoguerra. Dal piano casa, alla nascita in politica del centro sinistra, alla nazionalizzazione dell’energia elettrica, all’obbligo scolastico, all’autostrada del Sole, alla Rai per arrivare, in tempi più recenti, ai due referendum sul divorzio, sull’aborto e al drammatico rapimento Moro. Ma mai come allora unica protagonista di quel tempo in chiaroscuro era la politica. Essa era al centro di una serie di rapporti più o meno visibili tra lo Stato e gli altri centri di potere: la Chiesa, compresa la cattolica, le potenze mondiali, l’alta finanza, i potenti gruppi imprenditoriali, e persino le Brigate Rosse.