Il Nuovo Spazio di Casso, punto di riferimento solo geograficamente ‘marginale’ per l’arte contemporanea, che da qualche anno ha realizzato una nuova geografia dell’avanguardia sulle montagne friulane, vicino alla diga tristemente famosa per la tragedia del Vajont, ospita – fino al 2 novembre – ‘Meteorite in giardino (il meteorite in ambiente)’ è il titolo di una rassegna di arte visiva e musica contemporanea giunta alla 7a edizione, che per la prima volta esce dalla Fondazione Merz di Torino per arrivare prima a Casso e poi a Palermo.
A confronto con l’ambiente
Ispirata nel titolo da un’opera di Mario Merz del ’76, curata da Maria Centonze e per la parte friulana (nell’ambito del progetto ‘Dolomiti contemporanee’) da Gianluca D’Incà Levis, la rassegna presenta opere che, a ogni tappa, vengono riconfigurate assorbendo elementi dei contesti specifici. Botto&Bruno, Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Michael Fliri, Cecilie Hjelvik Andersen e Alessandro Piangiamore si confrontano con la specificità ambientale, socio-culturale e storica, peculiare del luogo, ripensando i propri lavori in rapporto con esso, attraverso linguaggi condivisi.
‘Residenza’ nelle Dolomiti
Lo stesso giorno, inaugurazione di ‘Paths’, un progetto di Stefano Cerio realizzato a luglio a Casso e Borca di Cadore, ora trasformato in una personale. Nel corso della residenza artistica sulle Dolomiti, Cerio ha esplorato il territorio, concentrando l’attenzione sui sentieri tra Casso e Erto in ritratti fotografici che sono una riflessione sull’interazione tra lo spazio del paesaggio e l’interazione dell’uomo. Nelle foto il sentiero è spesso poco riconoscibile, perché il presupposto non è rappresentare un itinerario fisico, ma astrarlo, amplificando visivamente il significato di questi spazi del paesaggio.