Questa mattina, alla Galleria Regionale d’Arte contemporanea “Luigi Spazzapan” di Gradisca d’Isonzo, si è tenuta un’anteprima di Behind the Appearances, mostra organizzata da Erpac Fvg composta da opere fotografiche di Vera Lehndorff e Holger Trülzsch. Il lavoro dei due artisti indaga il tema del corpo che, assieme alla pittura e all’installazione, fu uno dei territori privilegiati dell’indagine artistica degli anni ’70, periodo storico che la Galleria Spazzapan ha iniziato a valorizzare già dalla precedente mostra dedicata all’attività della galleria Plurima.
L’anteprima, con una presentazione alla stampa, ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alla Cultura e allo Sport, Tiziana Gibelli; del direttore generale di Erpac Fvg, Anna Del Bianco; del sindaco del Comune di Gradisca d’Isonzo, Linda Tomasinsig; del presidente della Fondazione CaRiGo, Roberta Demartin; del responsabile della programmazione culturale della Galleria Spazzapan, Lorenzo Michelli.
Dalle 17 alle 21 si terrà invece un’apertura gratuita al pubblico e alle 18.30, a cura di Lorenzo Michelli, la presentazione della mostra. L’anteprima sarà formata da quattro videoinstallazioni di film d’arte realizzati dai due artisti: Salomé; Sirius, where the dog had been buried; Die Türe/The Door; Oxydations. Girati in Super 8 e 16 mm, i film fanno parte del lungo e articolato lavoro di Vera Lehndorff e Holger Trülzsch, che prese il via negli anni ’70 e che illustrano le loro idee rispetto a temi quali il naturale, l’icona, l’ambiguità dei linguaggi artistici e le nuove esperienze espressive legate al corpo che stavano via via emergendo.
Ogni schema, rispetto alle consuetudini artistiche, è un superamento a favore di un’estetica più estesa, capillare, che non solo oltrepassa il quadro, ma entra nella vita quotidiana, per agire nella realtà, nel modo di vivere il mondo. Nella prima sala verrà proiettato il breve filmato Die Türe/The Door, girato nel 1966 in una piccola casa accanto alla residenza della madre di Vera Lehndorff. Frammenti che permettono di comprendere la meticolosità del lavoro eseguito sul corpo femminile, la ricerca della completa mimesi e fusione con il contesto circostante, soprattutto con la natura, che precede lo scatto fotografico.
Nella seconda sala verrà allestito Salomé, film in Super 8 del 1972 “molto legato ad una estetica anni sessanta, anche per la qualità della pellicola”, come ricorda lo stesso Holger Trülzsch, del quale si riporta di seguito un abstract dalla scheda del film: “È volutamente montato grossolanamente. Questo breve film è stato realizzato poco prima che il nostro carissimo amico Carmelo Bene facesse il suo Salomé, dove Vera ne ha recitato una parte. Forse il progetto di Carmelo Bene ha influenzato la nostra idea, ma non ho nemmeno pensato un secondo a poter competere con il genio di Carmelo. La mia idea era quella di giocare intorno ai cliché delle apparizioni iconiche di Vera nei film e nei media: Vera dunque come icona della moda.
Volevamo fare un commento ironico su Vera come icona; abbiamo usato Vera e il narcisismo che le sta attorno. Tutto questo è stato girato durante un piacevole pomeriggio estivo nella casa della famiglia”. Nella terza sala Sirius, where the dog had been buried vede protagoniste, assieme alla camaleontica Vera, le tinte accese di vari tessuti. Si tratta di un lavoro eseguito a Prato dal 1984 al 1988. Le parole di Holger Trülzsch delineano i tratti distintivi di questo ciclo: “Il materiale del film era stato lasciato “non finito”, perché non volevo essere catturato in un linguaggio cinematografico, in qualcosa di fluido. Volevo fermarmi al materiale cinematografico grezzo con tutte le sue interruzioni e fallimenti; non volevo raccontare una storia. Quando siamo entrati in una di queste fabbriche siamo stati travolti dalla bellezza, dal potere dei colori e dalla dimensione monumentale delle pile di tessuto, a volte ammucchiate… blu o rosse o marroni o gialle 8 metri di altezza, 10 metri di lunghezza. Il materiale cambiava ogni settimana, quasi ogni giorno. Dovevamo essere estremamente veloci nel nostro lavoro, perfettamente preparati per iniziare alle 9 del mattino e per uscire intorno alle 5 del pomeriggio.
A conclusione, Oxydations, film in Super 8 del 1977, è quadruplicato nelle ultime due sale. Unica riproduzione con il sonoro, incarna perfettamente il senso del dolore e dell’inquietudine che i due artisti volevano trasmettere: “La serie più memorabile della coppia Lehndorff-Trülzsch esaspera la descrizione di un’intensità dolorosa: una donna vulnerabile, sfigurata, incrostata di oggetti strani” (Susan Sontag). Behind the appearances. Preview video. Vera Lehndorff/Holger Trülzsch chiude il nuovo allestimento della Galleria, che al pianoterra vede l’esposizione La San Marco. Cent’anni di design per il caffè, omaggio all’azienda leader del settore attraverso una rassegna di macchine per il caffè: dalla Model 1 del 1920 alla macchina del centenario, la V6 firmata dallo studio Bonetto design center.
Al primo piano, invece, sono esposte Le chine di Spazzapan in dialogo con opere di Lojze Spacal e Nicola Toffolini nella mostra Incanto/Disincanto. Paesaggi metaforici dell’antropocene, parte del progetto Sconfinaments. Una collezione friulana di arte contemporanea, che vede coinvolte più sedi espositive del Comune di San Vito al Tagliamento e altre gestite da Erpac Fvg: Palazzo Altan di San Vito al Tagliamento e, appunto, la Galleria Spazzapan. Il progetto complessivo è curato da Lorenzo Michelli, responsabile della programmazione culturale della Galleria Regionale d’Arte contemporanea “Luigi Spazzapan”, con il coordinamento di Alda Balestra Stauffenberg per la mostra Behind the appearances. La visita alla mostra dovrà avvenire nel rispetto delle misure di prevenzione COVID-19 adottate da ERPAC. Il numero massimo di ingressi è di 18 persone. È necessario prenotare l’ingresso: 0481960816 – [email protected]
“Lo scorso anno numerose delle nostre iniziative culturali sono state realizzate in tempi molto brevi, condizionate dall’andamento della pandemia: abbiamo osato con pazienza e tenacia. Adesso possiamo finalmente ricominciare grazie alla campagna vaccinale che è a buon punto in Friuli Venezia Giulia. Colgo pertanto ancora una volta l’occasione per invitare tutti a vaccinarsi quanto prima”. Con queste parole l’assessore alla Cultura, Tiziana Gibelli, ha partecipato on-line alla presentazione.
“Il completamento della campagna vaccinale ci consentirà di riappropriarci di un pezzo fondamentale della nostra vita costituito proprio dalla cultura – ha rimarcato Gibelli -. Oggi possiamo tornare a fruirne liberamente nella consapevolezza che abbiamo a disposizione una opzione in più rispetto a prima: grazie infatti alla tecnologia è possibile ampliare la platea dei partecipanti ai nostri eventi culturali”.
“La mostra, che merita di essere vista, prosegue un percorso sugli anni 70 per me particolarmente interessante perché – ha affermato l’assessore – mi consente di rileggere esperienze artistiche già vissute con maggiore consapevolezza e di approfondire lavori che non avevo incrociato. Un ringraziamento va rivolto a Erpac che in questi mesi ha lavorato incessantemente in condizioni difficili ottenendo buoni risultati”.