Si è svolta ieri a Lubiana la celebrazione del centesimo compleanno dello scrittore triestino Boris Pahor, nato il 28 agosto del 1913, con la presentazione della monografia ”Tako sem zivel” (Così ho vissuto), dedicata al secolo di vita dello scrittore (autrice Tatjana Rojc, casa editrice Cankarjeva zalozba).
La traduzione italiana della monografia è prevista per ottobre e sarà edita da Bompiani. A presentare la monografia nella libreria Konzorcij, nel centro di Lubiana, oltre allo scrittore triestino anche l’autrice Tatjana Rojc e Zdravko Dusa, rappresentante dell’editore.
Una via con il suo nome
A inizio presentazione è stato comunicato ufficialmente che entro un anno la piazzetta antistante la libreria prenderà il nome di Boris Pahor. Pahor ha dal canto suo ringraziato le autorità per questo gesto e ha posto l’accento sull’importanza della cultura slovena di Trieste per tutta la Slovenia. Lo scrittore ha criticato la Slovenia e gli Sloveni, che a suo avviso non conoscono per niente la storia degli Sloveni a Trieste: “Le generazioni giovani sono, per quanto riguarda Trieste e la storia del Litorale sloveno, ignoranti. Il sistema scolastico e formativo della Slovenia dovrebbe porre una maggiore attenzione su questi temi”.
Identità nazionale e la lingua slovena
Secondo Pahor l’identità nazionale e la lingua slovena sono di primaria importanza per le generazioni future: “Dopo il periodo jugoslavo, nel quale l’identità veniva considerata di nessuna importanza, bisognerebbe cominciare a ricostruire nella popolazione slovena il sentimento di appartenenza alla propria nazione. L’identità nazionale è un concetto che non dev’essere cancellato nemmeno dalla globalizzazione”. Riferendosi poi alle autorità locali del Friuli Venezia-Giulia e al loro rapporto con la comunità slovena, Pahor ha elogiato l’ex sindaco e presidente della regione Riccardo Illy e la presidente della provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat per le loro aperture verso il bilinguismo e la comunità slovena auspicando che su questa via continui anche l’attuale sindaco di Trieste Roberto Cosolini.
Rab e Gonars
Pahor ha infine sottolineato l’importanza di un riconoscimento pieno dei campi di concentramento fascisti come luoghi di memoria mettendo in primo piano gli esempi più noti (Rab, oggi in Croazia, e Gonars), ma sottolineando anche lo sforzo dello storico Ferruccio Tassin per valorizzare l’ex campo di concentramento fascista di Visco in Friuli.