Mercoledì 1 dicembre, alle ore 18:00, presso la Libreria Friuli di Udine si terrà la presentazione del libro “La cena” di Božidar Stanišić con Alice Parmeggiani Dri.
Le guerre jugoslave sono ancora una ferita aperta, sanguinante, qualcosa di irrisolto nonostante il tempo che passa. Una guerra dietro l’angolo, il sangue e le tragedie nascoste sotto il tappeto. Božidar Stanišić sposta i cuscini e ci porta a spasso nella fuga di cittadini diventati improvvisamente clandestini. Ci racconta la guerra senza la cronaca dei giornali, le date e gli avvenimenti, scende in profondità, dentro le ferite degli uomini ancora infette. Il balsamo del tempo non ha fatto ancora effetto, il silenzio non cicatrizza, forse la scrittura riuscirà a mettere insieme lembi di pelle come idee distanti. Se i confini delle terre sono presidiati, Božidar prova a scavalcare e abbattere quelli dell’anima.
Božidar Stanišić nasce a Visoko, nella Bosnia ed Erzegovina, nel 1956. Si laurea alla Facoltà di Filosofia presso l’Università di Sarajevo. Esercita la professione di docente liceale a Maglaj fino al 1992, anno in cui fugge dalla guerra civile dopo essersi rifiutato di schierarsi, opponendosi fermamente alla violenza del conflitto. Attualmente vive a Zugliano, in Friuli. Tra le sue opere ricordiamo I buchi neri di Sarajevo, Bon voyage, La giraffa in sala d’attesa.
Ora di cena. Milano. Periferia. Tavola bandita. Sono tutti in attesa di brindare: la polacca Paulina; i Brambilla, italiani; i Milenković, “serbi della Serbia”; i Fazlić, musulmani bosniaci e un ospite inatteso. Nessuno pronuncia una parola intollerabile: guerra. I più piccoli non la ricordano; i grandi invece fumano, piangono, ridono di un posto che chiamavano “casa”. Božidar Stanišić ci regala una testimonianza, il vuoto, la perdita, la sconfitta di chi è costretto a strappare le proprie radici verso i campi profughi. Si brinda, ma a chi? A chi acco-
glie? A chi si sente straniero in un’altra patria? A chi non c’è più? Agli “avanzi” dell’ex-Jugoslavia? Nei bicchieri di cristallo fragili non c’è vino, ma nostalgia, rabbia e una flebile voce che desidera un’identità che non esiste più.
Ingresso gratuito con green pass/ carta. verde secondo le normative vigenti. Si raccomanda la prenotazione inviando una mail a [email protected]