Tracciare un quadro puntuale sulle attività delle Fondazioni operative a livello provinciale in merito alla tutela e alla valorizzazione dei siti Unesco e mettere in luce le importanti ricadute per i territori in termini di valori economici, in relazione all’inclusione dei siti tra i beni considerati Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Questo l’obiettivo del focus organizzato dalla Provincia di Udine in programma nella mattinata di venerdì 13 dicembre a partire dalle 9.30 nel salone del consiglio di palazzo Belgrado. Nel territorio della provincia di Udine esistono attualmente ben tre siti inseriti nell’elenco dei beni Patrimoni dell’Umanità: la città di Aquileia, le Dolomiti e le testimonianze Longobarde della città di Cividale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. In fase di candidatura Unesco, invece, il Comune di Palmanova con le “Opere di difesa veneziane tra il XV e XVII secolo nel Mediterraneo orientale”.
Ad aprire l’incontro, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, cui seguirà l’intervento del vice e delegato per palazzo Belgrado in seno alla Fondazione Dolomiti Franco Mattiussi. Attività, obiettivi e progettualità future della Fondazione Dolomiti saranno illustrate dal vicepresidente Giuseppe Verdichizzi. Alviano Scarel, invece, farà il punto sulle iniziative messe in atto dalla Fondazione Aquileia. Il sindaco della città ducale, Stefano Balloch si soffermerà sulla valorizzazione del bene Unesco di Cividale con le sue testimonianze longobarde; nell’occasione, inoltre, il primo cittadino di Palmanova Francesco Martines descriverà le fasi del processo di candidatura a Patrimonio Mondiale che sta attualmente affrontando la città stellata.
La Convenzione Unesco per il Patrimonio Mondiale stabilisce che beni culturali e naturali siti in varie parti del mondo e d’importanza universale debbano essere conservati quali Patrimonio di tutta l’Umanità.
Le Dolomiti sono state iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale nel 2009, grazie alla loro bellezza, unicità paesaggistica ed all’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico. La Fondazione è stata costituita nel maggio 2010 al fine di garantire una gestione efficace del Sito dolomitico finalizzata alla tutela e alla fruizione dello stesso, in relazione al suo inserimento nella World Heritage List e alle prescrizioni UNESCO. La Fondazione è stata strutturata ad hoc, per meglio gestire la complessità di questo territorio, che non trova altri esempi nei siti del patrimonio mondiale e che dovrebbe rappresentarsi come una modalità virtuosa di management di questi particolari luoghi geografici. In quanto bene articolato sul territorio, della fondazione Dolomiti fanno parte le Province di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine e le regioni Fvg e Veneto. E’ mirata a creare una rete di collaborazioni tra gli Enti che governano le diverse porzioni del Bene di loro competenza al fine di assicurare l’efficacia e l’adeguatezza delle misure di salvaguardia e di promozione del bene.
La Fondazione Aquileia è un importante organismo per la valorizzazione archeologica, monumentale e urbana di Aquileia, rappresenta un nuovo e innovativo strumento di governance di un’area archeologica unica al mondo, preziosa per la valorizzazione di importanti lacerti musivi e l’organizzazione di molteplici eventi di promozione culturale e turistica della città.
Il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” che riguarda la città di Cividale, è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 2011, frutto di una candidatura condivisa tra diversi comuni italiani che ha visto Cividale come capofila. Sono stati inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale le più significative testimonianze della Cividale longobarda: il Tempietto longobardo, i resti del Complesso Episcopale rinnovato da Callisto e il Museo Archeologico Nazionale che espone i corredi delle necropoli longobarde cividalesi.
Il processo di candidatura a patrimonio mondiale dell’Unesco che sta seguendo il Comune di Palmanova, come sito transnazionale che comprende le “Opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo” è una candidatura seriale che riguarda territori italiani ed europei. Proprio la serialità e la transnazionalità sono i valori aggiunti di questa proposta di candidatura, di forte valenza culturale ed istituzionale nel panorama della nuova Europa che guarda al Mediterraneo come rinnovato bacino di sviluppo della multiculturalità.
Focus sull’importanza dei siti Unesco regionali
Se ne parla in un convegno, venerdì 13 dicembre, nel salone del consiglio di palazzo Belgrado
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