Ronchi dei Legionari, medaglia d’argento al valor militare per l’impegno e il sacrificio di tanti cittadini negli anni della guerra di Liberazione, ricorderà in modo ufficiale la Giornata della memoria.
Un’organizzazione congiunta che vede in campo l’Amministrazione comunale, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia e l’Associazione nazionale ex deportati. Venerdì 27 gennaio, alle 11, la cerimonia che si svilupperà nei pressi del monumento eretto nel settembre del 1987 dinnanzi al cimitero e che ricorda i ronchesi che persero la vita durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un numero che fa impressione. Ben 158 cittadini furono deportati, 75 dei quali morirono nei campi di concentramento e non fecero mai ritorno alle loro famiglie.
Allora la popolazione ronchese contava poco più diotto mila abitanti e proprio per questo il sacrificio fu immane. Oggi come oggi un solo ronchese è sopravissuto a quel triste periodo. Si tratta di Mario Candotto, nato a Porpetto il 2 giugno del 1926. Staffetta informativa al movimento partigiano della brigata Bruno Montina (GAP), fu arrestato a casa con tutta la famiglia il 24 maggio 1944, successivamente internato nel campo di Dachau e impiegato anche come tornitore alla fabbrica Bmw.
A Dachau Candotto ha perso il padre Domenico, mentre due sorelle e la madre furono deportate ad Auschwitz. Al ritorno a casa, Candotto, come tutti gli altri, ha dovuto reinventarsi una vita e tornare al lavoro, senza dimenticare. Ed è stato proprio il ricordo ad averlo spinto a essere testimone di quell’orrore, tra la gente e, soprattutto, nelle scuole.
A Ronchi dei Legionari cinque pietre d’inciampo saranno collocate il 24 maggio, in occasione dell’anniversario dei rastrellamenti del 1944. Ricorderanno Guglielmo Deiuri, nato a Ronchi dei Legionari il 25 maggio 1901, partigiano della Brigata Triestina, deportato a Dachau-Allach, dove morì il 15 marzo 1945; Lino Furlan, nato a Ronchi il 11 novembre 1920, partigiano della Brigata Triestina, deportato a Mittelbau/Dora e, poi, a Mauthausen, dove è deceduto il 16 febbraio 1945; Attilio Gaiardo, nato a Cordovado il 25 febbraio 1922, partigiano dell’Intendenza Montes, arrestato il 14 ottobre 1944, deportato a Buchenwald, deceduto il 2 marzo 1945; Giuseppe Pacor, nato a Ronchi dei Legionari il 4 marzo 1921, partigiano della Brigata Triestina, il 22 settembre 1944 deportato a Mauthaesen e deceduto il 2 aprile 1945; Bruno Violin, nato a Aquileia il 23 agosto 1919, contadino, partigiano della Brigata Garibaldi Trieste, il 22 dicembre del 1944 fu arrestato a Opacchiasella e tradotto in carcere a Gorizia. Il 12 gennaio 1945 viene deportato in Germania, il 14 giunge al campo di Flossenburg, il 29 gennaio fu trasferito nel sottocampo di Hersbruck e il 9 aprile inviato a Dachau, dove morì il 30 maggio 1945.