A 120 anni dalla nascita, la Società Friulana di Buenos Aires e il Fogolâr di Città del Messico si uniscono per una serie di eventi dedicati a Tina Modotti, la fotografa e pasionaria udinese di gama mondiale.
‘Luna Cornea’ è il titolo del progetto culturale dedicato ad Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, detta Assuntina, conosciuta come Tina Modotti, artista che ha lasciato un immortale ritratto della lotta e dei valori di un’epoca. Figlia di una sarta e di un inquieto meccanico socialista tuttofare, Tina incarna nelle sue foto la lotta operaia, i diritti dei lavoratori, la vita e le ombre.
La Società Friulana di Buenos Aires, presieduta da Eduardo Dino Baschera, primo Fogolâr nato al di fuori dell’Italia il 6 novembre 1927 e conosciuto come “La None dai Fogolârs ator pal mont”, ha organizzato una serie di iniziative per rendere omaggio a questa donna e fotografa indimenticabile, con il sostegno del sodalizio di Città del Messico, nato lo scorso febbraio e presieduto dal giovane Giovanni Candolini, originario di Gemona.
Giovedi 16, alle 19.30, andrà in onda in streaming mondiale su Youtube ‘Radio Modotti’, una videoconferenza plurilingue cui parteciperanno Gianfranco Ellero della Società Filologica Friulana, Andrea Crozzoli di CinemaZero, Stefano Strazzabosco da Città del Messico, Patrizia Marcheselli attrice, docente e regista teatrale, Maria Zorzon, fotografa argentina‐friulana e Galliano De Agostini da Buenos Aires. ‘Radio Modotti’ rappresenta il ritorno di Tina a Udine, la città che non poté più rivedere.
Domenica 19 alle 18, nella sede della Società Friulana di Buenos Aires, è prevista la Lettura teatralizzata di ‘Tina’, un monologo in spagnolo, italiano e friulano, con le voci di Patrizia Marcheselli e Catalina Maria De Faccio, accompagnato dalla fisarmonica di Galliano De Agostini. Il lavoro è tratto dall’omonimo libro scritto da Stefano Strazzabosco, edito da Ediciones Friulana Buenos Aires con la versione in friulano di De Agostini.
Sempre nella sede argentina, sabato 25 alle 17, saranno proiettati filmati raccolti da Cinemazero: il documentario ‘Que Viva Tina’ (1997) di Stefano Castano, girato in occasione del centenario della nascita, e il film ‘The Tiger’s Coat’ (1920) di Roy Clements, un documento cinematografico unico, in quanto sola prova sopravvissuta alle ingiurie del tempo della parentesi hollywoodiana di Tina Modotti.
Prevista, infine, l’esposizione ‘Con sus ojos’ (Con i suoi occhi), disegni in carbone su tela di Martìn “Laucha” Sacco e Fabian Mendoza (Uruguay) delle opere di Tina Modotti, che l‘hanno portata ad essere una delle fotografe più riconosciute del 20° secolo.