Un punto fermo, pietra su pietra, per ricordare a tutti – alla politica in primis – che il Friuli ha ancora molto da dire. Come ‘marchio’ sugli scenari economici internazionali, ma anche sul piano di valori secolari. Con queste premesse, nel 2013 ad Anduins, è nato un progetto – sostenuto da Pro Loco e Comune, con il sindaco Pietro Gerometta in testa – che si sta portando a compimento in questi giorni. Su uno dei punti più panoramici della regione – in località monte Zucchi, a mille metri di altezza – sono stati realizzati il ‘Troi dai Asìns’ e un monumento. Il troi è un sentiero di 600 metri che collega la chiesetta della Madonna della Neve con la località Somp cuc, dove è stato realizzato il monumento alla donna friulana in qualità di madre-moglie degli emigrati che sono andati a cercar fortuna in giro per il mondo. “Il percorso – spiega Mirko Bellini, coordinatore del progetto – vuole simboleggiare la strada fatta dagli emigrati e parte dalla chiesetta realizzata a seguito di un voto fatto dagli abitanti di Anduins per ringraziare la Madonna di averli salvati dalla volontà dei tedeschi di bruciare il paese, considerato covo di partigiani nella Seconda Guerra Mondiale”.
Le pietre della memoria
Il monumento è costituito da una struttura di 16 metri quadri realizzata con tutte le pietre del Friuli storico – dal Livenza al Timavo – e rappresenta in maniera schematica il Friuli, con tre gruppi di fiumi con al centro il Tagliamento. Su questo balcone naturale, dal quale si vede il paesaggio da Trieste a Caorle, è stato innalzato un palo di 10 metri con la bandiera del Friuli, che sarà visibile dall’area sottostante. Tutti i lavori sono stati realizzati da volontari, a mano, poiché lassù non arrivano strade o trattori. Sopra il pavimento c’è una colonna, che sarà rivestita con pietre provenienti da tutti i Paesi dove sono emigrati i friulani, e farà da sostegno per l’opera (un cerchio di 180 centimetri di diametro ispirato alla maternità di Picasso adattata al Friuli) che la Scuola mosaicisti di Spilimbergo sta realizzando.
All’inaugurazione, il 1° agosto alle 17, sarà presentato il bozzetto che il prossimo anno verrà sostituito dall’opera vera e propria, in occasione del 70° anniversario della festa della Madonna di Mont, a cui è dedicata la chiesa.
“Si tratta di un simbolo, ma che è stato prodotto con le mani, come sanno fare i friulani, abituati a poche chiacchiere inutili – conclude Bellini -. L’idea è di non dimenticarci dell’importanza del concetto Friuli, specie in un periodo nel quale la politica si sta attrezzando per smembrarlo, attraverso improbabili Uti. E poi, sul piano commerciale, il Friuli è ancora un brand forte per l’esportazione dei nostri prodotti. Siamo dell’idea che sia meglio veder volare sulle nostre case l’aquila patriarcale piuttosto del leone di San Marco”.