Istrionica, preparata, precisa. Professionale eppure umanissima. Franca Leosini dal vivo è come appare in televisione in “Storie maledette“, la trasmissione nella quale intervista i condannati di delitti efferati. Proprio per la sua competenza e per la sua umanità, la Leosini riceve a Lignano il Premio Speciale Hemingway 2019 “Dentro la cronaca, dentro la vita”, assegnato dalla Giuria dell’Hemingway con la Città di Lignano Sabbiadoro, nel 60° anno dell’istituzione del Comune. L’abbiamo intervistata poche ore prima della cerimonia di premiazione.
Signora Leosini, che valore ha questo attestato per lei, abituata a essere premiata per il valore del suo lavoro? “anche se nella mia carriera ho collezionato 35 riconoscimenti di vario tipo, questo di Lignano ha un valore unico perché assegnato alla scrittura. Ogni puntata di “storie maledette”, in sé, è un romanzo e io, anche se poi non li ho mai pubblicati, ne ho scritto uno per ogni vicenda che ho deciso di raccontare. La parola, la scrittura per me hanno un’importanza fondamentale. E sono contenta che il pubblico colga e apprezzi il mio lavoro sul linguaggio. E sono ancora più contenta di essere premiata a Lignano, che visito per la prima volta e che trovo trasmetta una grande armonia”.
C’è qualche caso di cronaca nera legato al Friuli Venezia Giulia che vorrebbe approfondire in “Storie maledette”? “Certamente il delitto dei fidanzati, Trifone Ragone e Teresa Costanza, meriterebbe un approfondimento. C’è un condannato, ma quello che incuriosisce davvero è il movente che avrebbe spinto quest’uomo a uccidere. Ci sarebbe di che raccontare”.