Sono ben cinque, tra collettive e personali, le mostre che Zeropixel Festival – il festival della fotografia analogica – avrebbe voluto proporre in questa sua settima edizione al primo e al secondo piano del Magazzino 26 di Porto Vecchio, a Trieste.
A seguito delle ultime misure di contenimento pandemico tutte queste mostre verranno comunque presentate in diretta streaming alle 18, in diverse giornate, sui canali Facebook e YouTube di Zeropixel Festival, in attesa di poterle allestire non appena sarà nuovamente possibile per la fruizione dal vivo del pubblico.
Si partirà domenica 15 novembre alle 18, con la punta di diamante della manifestazione, la personale “ANTON CORBIJN, collezione privata”, che curata da Marco Puntin presenterà una ventina di ritratti in banco e nero realizzati dal celeberrimo fotografo e regista olandese, scatti che hanno costruito l’immaginario collettivo musicale di una o più generazioni. Ritratti dalla grana marcata, caratterizzati da “un’estrema semplicità compositiva espressa attraverso uno stile essenziale, scarno, secco, privo di sovrastrutture e dettagli inutili, che dona alle immagini eleganza ed equilibrio formale. I ritratti di Anton Corbijn – scrive Puntin nella sua presentazione – mirano all’imperfezione della vita, spesso con ampie zone sottoesposte, con porzioni d’immagine sfocate, carenza di nitidezza e proprio per questo estremamente vive e vibranti”. Tra le star immortalate dal noto fotografo olandese che si potranno ammirare ci sono PJ Harvey, Michael Stipe, Tom Jones, Joni Mitchell, Keith Richards, Frank Sinatra, Nick Cave, David Bowie, Larry Mullen & Bono, ritratti quasi sempre in atteggiamenti comuni e spogliati da qualsiasi patina glamour. Proprio Paul Hewson, in arte Bono, racconta di lui: “Quando ho incontrato Anton per la prima volta gli ho avanzato subito alcune richieste… fammi sembrare alto, magro, intelligente e con un gran senso dell’umorismo… Dunque vorresti essere come me, fu la sua risposta. Così è Anton Corbijn: un nuovo maestro olandese, un uomo divertente, un serio fotografo, un silenzioso film maker capace di ballare. E allora, qual è il suo problema? Anton, alla fine avrebbe sempre voluto essere un batterista”.
L’attenzione di Corbijn, nelle sue immagini spesso monocrome, è rivolta alla posizione e alla gestualità del corpo, alle espressioni del volto, decisamente al di fuori dai canoni ufficiali del ritratto delle personalità dello spettacolo. E dunque ci rendiamo conto, sin dal primo istante, che la maggior parte delle sue fotografie sono così fortemente impresse nella nostra memoria e nella nostra immaginazione da poter dire che quei personaggi ce li siamo sempre e soltanto raffigurati in quel modo.
ZeroPixel Festival proseguirà anche nei prossimi giorni con tante altre iniziative, tra cui la presentazione delle altre quattro mostre che avrebbero dovuto essere ospitate al Magazzino 26: “Sulla strada del Raga”, personale di Maurizio Frullani e risultato del viaggio iniziatico intrapreso dall’artista negli anni ‘70 in India settentrionale, alla scoperta dei maestri della musica indiana (in programma mercoledì 18 novembre), “[n]evermind”, personale di Davide Dionisio, vincitore della prima edizione del premio Scabar (lunedì 23 novembre), “Palio di San Donato”, reportage in bianco e nero di Fabio Rinaldi (martedì 24 novembre), “Hablando en plata”, collettiva di autori messicani uniti dall’amore per le antiche tecniche di stampa (mercoledì 25 novembre).