Il gusto di un’epoca di grandi fermenti creativi nei ritratti della borghesia e nei paesaggi di colline e di mare è magistralmente rappresentato nelle opere esposte da mercoledì 27 e fino al 28 maggio nella mostra dal titolo ‘Pittori fra Otto e Novecento in Friuli Venezia Giulia’, promossa e organizzata dalla Biblioteca statale isontina a Gorizia in collaborazione con la Galleria Leg Antiqua di Gorizia e il Mibact.
Opere di rara bellezza, quelle esposte nella sede goriziana di corso Verdi 67, realizzate dagli anni ‘20 fino agli anni ‘70 del 900; oltre mezzo secolo di ricca e importante attività artistica realizzata da alcuni fra i pittori più significativi sia di queste terre, da Trieste al Friuli, sia di respiro europeo, da Vienna a Lubiana e Monaco. Maestri che seppero imporsi anche fuori dal contesto regionale e nazionale per l’originalità e forza del loro stile. Opere da scoprire in quanto provenienti dal mondo del collezionismo privato e dunque raramente esposte.
Tutti olii su tela o tavola che offrono una gamma ampia di stili e soggetti, dai ritratti della borghesia triestina di Giannino Marchig e Amalia Glanzmann, Arturo Fittke, ai paesaggi marini e di campagna di Vito Timmel, Giovanni Zangrando, Carlo Sbisà, Isidoro Grünhut e Santo Bidoli, accanto agli scorci carsici di Lojze Spacal e del lubianese Božidar Jakac e luoghi ben riconoscibili del Friuli nelle opere di Giovanni Napoleone Pellis e Luigi Bront.
La collettiva è interessante per la varietà e qualità dei pezzi esposti, scelti dal gallerista Federico Ossola con l’intento di offrire al pubblico un confronto fra scuole di pittura del territorio su temi condivisi ma espressi con tecniche e influenze culturali differenti. Molti degli artisti hanno infatti legami con il mondo austroungarico, essendo nati e formatisi nelle accademie di Vienna, Parigi e Monaco, mentre altri sono espressione di movimenti e scuole italiane sviluppatesi a Firenze, Venezia e Milano.
Lo spaccato di oltre mezzo secolo di cultura pittorica, espressione del milieu multiculturale di queste terre fra verismo e novecentismo, classicismo e avanguardie a cavallo fra due secoli, sarà inaugurato alle 18 dal direttore della Bsi, Marco Menato.