La memoria storica, pubblica e privata, concentrata in materiali giornalistici e radio-tv d’epoca, opere d’arte ed esempi significativi dei restauri architettonici, insieme a opere legate alla solidarietà del mondo dell’arte, in un percorso che si snoda in 19 stanze. E’ il soggetto di ‘Memorie – Arte, immagini e parole del terremoto in Friuli’, a cura di Corrado Azzollini e Antonio Giusa, a Villa Manin di Passariano.
RESTAURI MAI VISTI PRIMA
Oltre a ripercorre i momenti dell’emergenza, della solidarietà e della ricostruzione, la mostra espone per la prima volta i dipinti cinquecenteschi (36 tavole) realizzati da Pomponio Amalteo per il soffitto della Chiesa di San Giovanni Battista a Gemona, non ricostruita, assieme ad altre opere restaurate. Sette le sezioni, a partire da quelle che si concentrano sulla memoria ‘registrata’ – tra filmati Rai e gli editoriali del tempo, voci, volti e parole della popolazione dell’area – e sulle fasi di recupero e restauro del patrimonio artistico, con documenti inediti come le lettere dell’archivio di Colloredo Mels.
LO SGUARDO DEI GIOVANI ARTISTI
A seguire, le rassegne iconografiche del patrimonio edilizio, storico e ambientale e il racconto – in collaborazione con Casa Cavazzini – del vasto movimento di solidarietà post-‘76. In particolare, di quegli artisti e galleristi statunitensi che aderirono al Friam (Friuli Art and Monument), finanziando progetti di recupero con l’offerta di 115 opere d’arte originali. Le ultime sezioni comprendono i progetti di nuove architetture e le riflessioni di un gruppo di giovani artisti italiani ed europei nati dopo il 1976, realizzate ‘in residenza’ a Villa Manin, e il documentario ‘Sopra le macerie’ di Matteo Oleotto, che conclude il viaggio della memoria attraverso le testimonianze raccolte 40 anni dopo.