Da venerdì 8 , la ‘stazione’ riapre: in un luogo in cui i treni non arrivano, ma ci sono le ambasciate, in un piccolo centro tra Italia e Slovenia che ha superato il concetto di ‘confine’, dove il tempo non si è fermato e la creatività, dal 1994, permette a tutti “di fare le cose che altrove non ti lasciano fare”. Nata con il contributo di un gruppo di artisti amici, la ‘Stazione di Topolò/Postaja Topolove’ è diventata nel tempo una rassegna unica, dove arte, musica, cinema e il sogno di un territorio diverso vanno di pari passo grazie a progetti che sarebbero già ‘coraggiosi’ in una metropoli. Figuriamoci in un paesino di una manciata di anime, che nei dieci giorni della rassegna ospita volti – anche noti – da tutto il mondo!
“Per la 23a edizione – spiega Moreno Miorelli, che con Donatella Ruttar e Antonella Bukovaz ha letteralmente inventato la rassegna – proseguiamo con la nostra filosofia: niente palco, eventi dappertutto, dal vecchio mulino al bosco, e tanti lavori pensati appositamente per il luogo. Il tema si crea da sé: è Topolò stessa e quello che rappresenta un piccolo borgo ,nel bene e nel male, nel suo essere ‘di confine’. I suoni ‘dei luoghi’ sono sempre al primo posto, così come le installazioni e le proiezioni, ma non mancano ospiti importanti: Pif, la ex ‘Iena’ Tv, ha chiesto anche quest’anno di tornare, il 16 luglio con uno spettacolo contro la mafia realizzato con Lirio Abbate, che arriverà con la sua scorta di 4 persone! Una delle tante ‘rivoluzioni’ cui abbiamo abituato Topolò…”.
Nel piccolo centro delle Valli del Natisone, questi visionari della cultura hanno aperto negli anni le ambasciate ‘simboliche’ di Nuova Zelanda, Norvegia, Olanda, Cechia e ‘dei cancellati’, che permettono agli artisti di Paesi anche agli antipodi di arrivare fin quassù. “Jani van Kempen, Jesse van der Ploeg e Tymon Hogenest, tre architetti olandesi, realizzeranno un progetto sul vecchio mulino abbandonato; da Auckland arrivano Charlotte Drayton e Ammon Ngakuru, lo scorso anno in visita in incognito, per realizzare un progetto basato sulla memoria e sulla lontananza/distanza”.
Tra la cinquantina di ospiti, musicisti di livello europeo, come Glauco Salvo, Enrico Coniglio e Nicola Di Croce, esperti di field recordings, e il nostro Armando Battiston. E poi i registi Michelangelo Frammartino e Antonello Faretta, che rappresentano in un certo senso le ‘nuove generazioni’ cresciute con e dopo Topolò. E, tra le decine di eventi fino a domenica 17, una ‘prima’ assoluta che testimonia la fama della ‘Stazione’ in ambienti internazionali: la proiezione di ‘Visitors’, l’ultimo film – mai distribuito in Italia – di Godfrey Reggio (con musiche di Philip Glass), che ha detto esplicitamente “datelo a Topolò!”.