E’ partita la diretta streaming della quarta edizione di Parole O_Stili che quest’anno sarà dedicata al secondo principio del Manifesto, Si è ciò che si comunica e si sta svolgendo sotto i riflettori dell’attuale emergenza coronavirus.
“Abbiamo il dovere di pensare di tornare alla normalità, scenario epidemiologico permettendo – ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, partecipando all’inaugurazione dell’edizione Parole_Ostili -. Primo step sarà riportare gli studenti in aula per l’esame di stato, con tutte le dovute cautele. Stiamo lavorando su più opzioni possibili insieme a tantissimi attori, dal mondo della scuola, alle associazioni, al comitato tecnico scientifico o della salute perché la scuola risponde alle famiglie e agli studenti. Il nostro compito è immaginare tutte le opzioni possibili così da essere pronti a far si che diritto all’istruzione venga rispettato”.
“Quando si è deciso che 8 milioni e mezzo di studenti in Italia e 1,6 miliardi di studenti nel mondo non potevano più andare a scuola – ha proseguito Azzolina -, ho provato una fitta di dolore come ha detto il Presidente della Repubblica. Io ero innamorata persa della scuola quando ero giovane e dei compagni di classe. Quindi provo un senso di desolazione enorme. Abbiamo quindi provato a inventarci un’altra forma di contatto con gli studenti: la didattica a distanza. Non è stato facile, non lo è ancora oggi ma è un modo per rimanere in contatto. Ringrazio il personale scolastico le famiglie e gli studenti perché si son date tanto da fare in questo periodo”.
“Il digitale non deve essere demonizzato – ha concluso Azzolina -, ma bisogna usarlo anche per combattere il cyberbullismo con la cultura dicendo agli studenti che le parole possono far male anche più di uno schiaffo. Il digitale ha svolto un ruolo importantissimo in questo periodo per mantenere i contatti. Abbiamo scoperto dei valori nuovi l’empatia, la solidarietà umana, il mondo si è trasformato anche rispetto a quella che era l’idea del digitale anche a scuola.”
Edizione on line
Il secondo principio recita: “Si è ciò che si comunica”, soprattutto sui social, che per il 74% delle persone sono un vero e proprio megafono di linguaggi violenti pregressi, percezione in crescita soprattutto tra i millennials (+8%). Secondo rilevazioni SWG, odio e falsità fanno parte del nuovo modo di comunicare per l’80% degli intervistati, dato in crescita del 14% rispetto al 2018. Il 63% ritiene che i giovani si abitueranno a usare toni offensivi e solo il 22% pensa che le giovani generazioni riusciranno a scegliere uno stile comunicativo più corretto.
Gay, migranti ed ebrei sono le categorie più colpite dal linguaggio violento, dato in crescita del +15% (gay), +9% (migranti), +12% (ebrei). Numeri confermati anche dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCAD) che registra una crescita di atti discriminatori verso le minoranze, del +186% dal 2014 al 2018.
Tuttavia, se l’antisemitismo cresce del +13, l’omofobia è in continuo calo (-12%) così come l’islamofobia (-14%).
In questo contesto si inserisce il Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva, che sarà presentato sabato 9 maggio, alle ore 16:00 insieme a Alex Zanardi e Bebe Vio, atleti paralimpici, Don Luigi Ciotti,fondatore dell’Associazione Libera, Andrea Delogu, presentatrice tv, Pepitosa, blogger dei temi della disabilità, Barbara Falcomer, Presidente di ValoreD, Chris Richmond, Founder di MyGrants, Costanza Rizzacasa d’Orsogna, giornalista, Igor Suran direttore esecutivo di Parks – Liberi e Uguali, Francesca Vecchioni, Presidente di DiversityLab, realtà che ha partecipato anche al lavoro di revisione del decalogo.Sarà Sorgenia il main sponsor di questo speciale evento.
La crescente ignoranza e il crescente individualismo sono le principali cause dell’odio e della violenza sulla rete, ma anche i politici danno il cattivo esempio: il 91% degli intervistati dichiara che in Italia esiste un grande problema di violenza verbale nel fare politica, tanto che le fake news confondono le idee di 1 cittadino su 3 (35%), ma nell’87% delle risposte, sono diventate la normalità della comunicazione tra i partiti.
“Più che mai in questi ultimi due mesi abbiamo imparato che la Rete è un bene preziosissimo che merita di essere curato e a cui va dato il giusto valore. Ed è per questo che abbiamo deciso di ritrovarci online, per continuare a mettere al centro le parole e il loro enorme potere, ma soprattutto, per riflettere sull’importanza delle nostre relazioni digitali, oggi più che mai.” – dichiara Rosy Russo, Presidente di Parole O_Stili – “Accorciare le distanze” è il nostro obiettivo, perché la Rete fa la differenza quando porta con sé quell’umanità che sa andare oltre lo schermo.”
L’aggressività verbale emerge anche nelle aziende: 2/3 dei dipendenti denunciano linguaggi irrispettosi e solo il 26% delle imprese italiane sono attente alle esigenze dei propri dipendenti su temi di welfare aziendale, genitorialità, barriere architettoniche ecc.